Quanti spunti avrebbe, da noi, oggi L'ispettore generale è la più conosciuta opera teatrale di Gogol' – autore che per inciso noi consideriamo russo, ma che in realtà era ucraino, a dimostrazione della relatività e della inconsistenza di un “ordine mondiale” odierno che per certi versi ci sta riportando al medioevo – e in quanto tale è complicata da recensire senza abbandonarsi a sterili soggettività o cadere nel già detto.Eppure la forza del testo è tale da lasciare (come per la gran parte dell'opera di questo grandissimo autore) nel lettore sensazioni indelebili, e da rappresentare un paradigma di critica sociale talmente universale da essere attualissimo, tanto più in una società decadente come quella italiana di questo inizio di millennio. Per questo ritengo giusto, anche attraverso queste mie poche ed indegne righe, richiamare l'attenzione sulla necessità di leggere questo testo o di andare a vederne una rappresentazione teatrale.La storia è semplicissima. In una città di provincia dell'impero zarista si viene a sapere che sta per giungere un ispettore da Pietroburgo per controllare l'andamento della cosa pubblica. Subito il Sindaco e gli altri maggiorenti si riuniscono per decidere come parare il colpo, visto che naturalmente tutto va male a causa della loro corruzione e ingordigia. Quando poco dopo apprendono che in un albergo è sceso un giovane proveniente dalla capitale, nessuno dubita che sia il temuto ispettore, per cui lo vanno a trovare in delegazione per blandirlo e per ingraziarselo; il giovane, che in realtà è un funzionario di infimo livello che sta tornando dai suoi dopo avere perso tutti i soldi al gioco, all'inizio non capisce come mai venga così riverito, ma subito decide di trarre vantaggio dalla situazione. Conferma quindi le opinioni dei provinciali sul suo potere, sulla bella vita condotta a Pietroburgo, fa la corte alla moglie e alla figlia del sindaco, gli promette di farlo diventare generale, si fa prestare denaro da tutti. Naturalmente tutti esaudiscono i suoi desideri senza fiatare. Quando il gioco è portato troppo avanti e rischia di essere scoperto il giovane scappa con una scusa; mentre il Sindaco si vede già generale a Pietroburgo e comincia ad attirarsi l'invidia degli altri notabili della cittadina giunge la notizia che è arrivato il vero Ispettore generale. Con un colpo di genio teatrale Gogol' chiude la commedia con una scena muta, sorta di crocifissione laica che immortala gli astanti nella loro sorpresa per essere stati gabbati.La critica alla corruzione della società zarista dell'800 è tanto più feroce in quanto deriva dalla descrizione di un episodio marginale, perfettamente verosimile. L'autore stesso è pienamente consapevole che l'effetto comico e la capacità di far riflettere il pubblico sarà tanto più grande quanto meno si eccederà in atteggiamenti caricaturali: l'ottima edizione Garzanti che ho letto riporta parecchie appendici, tra cui l'Avvertenza per coloro che desiderano recitare come si deve “L'ispettore generale”, che Gogol' apre proprio così: ”Soprattutto è necessario evitare di cadere nella caricatura. Non ci deve essere nulla di esagerato o di triviale. Neppure nei ruoli meno importanti”. Questa avvertenza mi induce a riflettere su come, invece, molte delle rappresentazioni teatrali che ho potuto vedere dal vivo (una) o in video puntino proprio sulla caricatura dei personaggi, dando al testo un sentore di farsa che non solo tradisce i dettami dell'autore, ma ne sminuisce la forza corrosiva.Un elemento fondamentale del testo, che non a caso costituì una delle cause principali dell'accoglienza tiepida che ebbe al debutto, è che non ci sono personaggi positivi. Tutti i notabili della città operano solo per nascondere le loro malefatte, per passare indenni l'ispezione e continuare ad arricchirsi come prima: anzi, nella famiglia del Sindaco si coltiva l'illusione che proprio grazie alla capacità di corrompere il supposto ispettore il loro status sociale possa grandemente elevarsi. Chlestakov, il falso ispettore, a sua volta è un approfittatore di bassa lega, che non esita a sparare le panzane più grosse (tra l'altro si attribuisce la paternità de Le nozze di figaro) non appena si rende conto dell'ingenuità e del provincialismo di chi ha davanti.Nella commedia ci sono ovviamente molti autentici colpi di genio, tra i quali mi piace citare i personaggi di Dobčinskij e Bobčinskij, che come dice la similitudine del nome sono uguali, rappresentando quindi la serialità anche corporea del piccolo possidente russo avido e pavido. Dopo aver letto questa opera immortale mi sono domandato quanti spunti avrebbe un Gogol' nella nostra Italia odierna, e quanto a questa nostra derelitta società manchi un autore della sua forza. Quindi, ho acceso la televisione.
آقا خوب نمایشنامه ایه. خوب.اولا که از همون ابتدا می برتت تو جریان اتفاقی که قراره بیفته، جنگولک بازی نداره که بخواد کشش بده که داستان دیرتر رو شه. رک و راست همون اولش می گه آقا قراره یه بازرسی بیاد تو دهکده حالا بشینیم فکر کنیم ببینیم چه جوری می تونیم گندایی که زدیم رو ماست مالی کنیم. دوما این که خنده داره، من که داشتم می خوندمش همه ش تصور می کردم اگه این نمایشنامه قرار بود تو تئاتر شهر اجرا شه چه جوری می شد و مثلا نقش شهردار رو کی بازی می کرد و تو چه صحنه هایی ممکن بود ملت از خنده روده بر شن. بعدشم این که ترجمه ش خوبه. اصلا من اینو بیشتر به قصد ترجمه ی آبتین گلکار خریدم تا گوگول بودنش. چون قبلش «یادداشت های یک پزشک جوان» از بولگاکف رو که آبتین گلکار ترجمه کرده بود خونده بودم و خوشم اومده بود. خلاصه که بخونی پشیموون نمی شی به خصوص که آخراش مترجم یک مقاله ی کوتاه هم در مورد همین نمایشنامه نوشته که خووندنش خالی از لطف نیست و خواننده می فهمه مترجم خوب به ادبیات روسی اشراف داشته، خُب ناسلامتی مترجم دکترای ادبیات روسی داره و زلفی گره زده با نیکالای ها و ولادیمیرهای عالم.پ.ن: البته، شایدم این نمایشنامه قبلا تو ایران اجرا شده باشه و من خبر نداشته باشم. به هر حال. گیر ندین. بخوونین.
What do You think about The Inspector General (2011)?
Originally published on my blog here in December 2000.Gogol's most famous legacy may be this farce about corruption and stupidity in the local government in Tsarist Russia, but he was in fact not a political radical. He even wrote an attack on the abolition of serfdom, and spent much of his life embarrassed by the enthusiasm with which would be reformers reacted to the play. He proposed allegorical interpretations of what he had written, which would have lessened its impact if anyone had accepted them.The plot, suggested by Pushkin, is fairly simple. The small, nameless, provincial town in which the play is set has discovered that the imperial government is sending an inspector, incognito, to look into the efficiency and probity of its institutions. Since the whole of the town's administration is corrupt, from the mayor and judge to the hospital, this causes consternation. When they hear of a young man from St Petersburg who is staying in one of the town's inns, they assume that he must be the inspector. They flatter and bribe him, but of course the joke is that he is not really the inspector at all. Shorn of its satirical elements, this plot was reused in an episode of Fawlty Towers; it's potential for farce is huge.It is possible, of course, to attack the way in which a system is abused without wanting to destroy the system itself, but I think that it is more likely that Gogol got carried away. He was not the only one, either; the Tsar himself intervened to speed up the processes of the censorship office so that the first production of The Government Inspector could go ahead remarkably quickly. (He was the most liberal Tsar Russia ever had, and he clearly had a sense of humour.) However, aspects of the play must amount to an attack on the local governmental institutions themselves. The system - or more widespread corruption within the system - was after responsible for the appointment of such an appalling group of officials in the first place.The reason I have for thinking that Gogol got caught up in the comedy of his theme into actually writing a radical satire is that the names of the officials are derogatory terms such as "slapdash". My favourites are just silly; the not very bright characters Bobchinsky and Dobchinsky remind an English speaking reader of Tweedledum and Tweedledee by more than just their names. Towards the end of his life, Gogol also wrote something which implies more or less what I have been suggesting, that he wanted to ridicule all that was bad in Russia, but the laughter this produced was unexpectedly overwhelming.Nineteenth century Russian literature has a reputation for being profound and a little dull. The Government Inspector is neither. It is extremely funny, and that has ensured its survival.
—Simon Mcleish
This play is about a dazzling prankster who posing as the Inspector General of Tsar visits a remote Ukrainian town in order to torment the local officials who are completely corrupt without exception. I have seen it on stage and enjoyed every minute.I can not imagine anyone finding the text to be funny. I certainly did not. When performed however this play is an utter riot. Translators try to render works accurately. This forces the stage director to consult the work in the original language in order to create better gags where those of the translator fall flat. All the great directors are highly skilled at altering translations either to ensure that all the scenes fit into the primary intrigue or simply to o make the performance more entertaining. My favourite joke in this paly is when the false Inspector decides to tell the grovelling local functionaries about a conversation he had with Pushkin at the Empress' ball. He recounts: "So at that point, I said to Pushikin, 'Push,...'"Do not worry if you did get the joke. You would have had you been there to see a professional actor deliver the line. I certainly did not get it when I read the play before the performance, but I did when I was in the theatre. I greatly question the value of reading this play, but advise anyone with the chance to see it performed live to do so.
—Czarny Pies
As expected from Gogol, this comedy came out with underlying criticisms. In the story, the commotion began in town when gossip about the imminent arrival of general inspector was heard. Anton Antonovich, the mayor, set out to impress the general inspector despite the poor governance he had. The problem was that the general inspector came in disguise, and no one knew exactly how he looked. So Anton Antonovich hastily spot the alleged general inspector and started to make an approach. The story is refreshingly vibrant and irreverent with a lot of reckless characters and phony dialogues between them. Even with all those things, it can always find a way to make you laugh.
—Anggia Ferdina