Had I A Hundred Mouths: New And Selected Stories, 1947-1983 (1986) - Plot & Excerpts
Tra tutti gli scrittori southern gothic William Goyen è uno dei più affascinanti, sconosciuti (purtroppo) e sicuramente il più efferato e disturbante. I suoi racconti migliori sono pieni di incredibili atrocità e perversioni, sessuali e non, che si susseguono l’una all’altra (se va bene è incesto). Sono aberrazioni così atroci e ripetute da non essere credibili, ma l’autore se ne sbatte di renderle tali e noi lettori ce ne sbattiamo con lui. E sono disturbanti. Primo perché Goyen non manca di farti sentire, mischiate, repulsione attrazione e compassione anche quando non lo vorresti; poi perché ci presenta le sue storie come un flusso tragico ma in qualche modo naturale, come un placido fiumiciattolo dove galleggiano cadaveri. C’è l’improvvisa rivelazione dell’orrore, ma mai la sensazione di uno strappo nel continuum. Né sembrano forzati l’affetto, il perdono e la pietà, che in questi racconti non mancano affatto. Tutto ciò, non a caso, in un’ambientazione sudista versante texano, dove Goyen era nato, viveva e vedeva cose (se non proprio uguali, almeno) simili. Ci sono i fiumi, le paludi, le segherie e i boschi zuppi del tipico indicibile sudista; c’è anche il KKK, le sue violenze però non sono meno atroci di altre. Ma come disse qualcuno “il Texas è uno stato mentale” e quindi anche dove l’ambiente non è predominante tutti sono presi da una furia erotica o violenta, o entrambe le cose assieme; da visioni di sapore biblico-mistico più che allucinatorio; da ossessioni inquietanti e velatamente sessuali anch’esse come ad es. l’incipit di Arthur Bond: “Mi torna in mente un tizio si chiamava Arthur Bond che aveva un verme in una coscia”. L’incipit rivela un’altra caratteristica della prosa di Goyen, quella di scrivere con la voce di un testimone dei fatti, come fosse un racconto orale, con le imprecisioni e l’intercalare della gente. Per correttezza sottolineo che non tutti i racconti sono eccelsi. Soprattutto quando il Texas (mentale o geografico) viene meno gli esiti sono altalenanti: scarsino “Dov’è Esther?”, molto molto bello “La principessa del Texas” con luminosa ambientazione veneziana e un unico decisivo chiaroscuro zampettante (caravaggesco?). MA visto che amo i sudisti e che con un voto inferiore rischierebbe di passare inosservato pure qui, do 5 stelle. Accattatev’llo!***La raccolta contiene gli ultimi racconti (‘76-‘82) e un’intervista rilasciata poco prima della morte. In Italia è stato pubblicato anche il suo primo romanzo La casa in un soffio e un’altra raccolta di racconti Ghost and Flesh, 1947-1952, sempre editi da Theoria. L’ultima tranche di racconti dovrebbe essere Blood Kindred, 1952-1975 ma a riguardo non son riuscita a trovare nessuna notizia e sospetto che Theoria l’abbia solo annunciata senza poi pubblicarla. Comunque, sono tutti finiti fuori catalogo da tempo immemore e pressoché introvabili (io l’ho fotocopiato dalla biblioteca di Lettere a Padova).Gli spagnoli sono più accorti di noi e hanno appena fatto uscire tutti i racconti. Qui un articolo molto bello scritto per l’occasione (in spagnolo): http://www.elperiodico.com/es/noticia...Qui l’intervista a Goyen della Paris Review del ‘75 (in inglese): http://www.theparisreview.org/intervi...
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