What do You think about Ladies Coupé (2004)?
Akhila è single. Single in India, meglio specificare. In India una donna single è come un elefante bianco: fa scalpore, attira l’attenzione, è troppo strana. Akhila ha dovuto scegliere: alla morte del padre, su cui contava tutta la sua famiglia, le hanno offerto il suo posto all’ufficio delle tesse. Akhila è diventata il capofamiglia, ma solo quando deve pagare i conti, deve ancora seguire i ‘maschi consigli’n dei fratelli, i quali, senza di lei non potrebbero finire gli studi o mangiare. Akhila s’impone una rigida disciplina: benché donna la sua famiglia, che di regola la vorrebbe sposata e fuori dalle balle il prima possibile, senza di lei morirebbe di fame. Per questo Akhila si nega tutto, persino il matrimonio. Però è l’India , gente, Akhila è una ‘fuori-schema?.A quarant’anni l’impulso irrefrenabile di prendere un treno qualsiasi e andare lontano, magari a vedere il mare. Ecco allora le ‘cuccette per signora’, che hanno una biglietteria separata, alla stazione: per donne sole, anziani e portatori di handicap. E’ una forma di cortesia: in India, le donne sono deboli, non autosufficienti, equiparate a chi non sa badare a se stesso e ha bisogno di una corsia preferenziale.Il vagone con le cuccette per signora, nella corsa notturna verso il mare, si trasforma in gineceo, harem, mondo solo femminile dove Akhila cerca di scoprire se è possibile, per una donna, vivere senza un uomo. Cala la notte indiana, afosa e pesante come una coperta d’acqua calda e ci si conosce, per vincere il tedio. Ci sono altre cinque donne nello scomparto, altre cinque storie di donne, che sì sono indiane, ma potrebbero essere anche italiane da come parlano. Provengono tutte da una cultura maschilista e fortemente oppressiva nei confronti della donna, e hanno trovato tutte un modo per conviverci, chi adeguandosi, chi combattendo con le armi concesse loro.Fila via come un treno questo bellissimo testo della Nair, suddiviso in parti narrate dal punto di vista di ognuna delle occupanti delle “cuccette”. Ogni donna una storia diversa, un’esperienza personale, una scheggia d’India negli occhi scuri di bellissime dame con la sari oppure vestite all’occidentale. Ci si riconosce, e si conosce ciò che è nuovo per noi. O molto vecchio.Che ne sarà di Akhila, quando raggiungerà il mare: scoprirà di aver sacrificato la sua felicità e di aver fatto di sé una outsider? Forse. O forse si libererà dai sensi di colpa per aver mancato ai suoi doveri di donna. Non sarà il mare a dirle questo, sarà il viaggio stesso.Un ottimo libro.
—Vittoria Corella
A number of things about this book may seem even alien to a non Indian reader or even to those in India who have been fortunate enough to be born into and raised in open minded circles. However, the women in this book make a decent cross section of women in India. All of these women have not broken away from social norms, they all still live within it to a certain extent, but have decided to give themselves what they most desire in whatever way they saw fit. This book brings out an inherent quality in all women, the ability to be strong for both themselves and others surrounding them and to survive a lot while still retaining their spirit. Regardless of the background or education of these women, none of them were truly liberated until they took matters into their own hands. Liberation is more a state of mind and how much you want it than a given, which is true even in current day India. Meeting these women gives Akhila the final push she needs to stop being apologetic or even guilty for the tiniest moments in her life she might have spent not conforming to society's expectations and do what she feels she needs to do to taste freedom and independence.
—Jyothsna
Scritto con stile scorrevole dove si alternano descrizioni ambientali molto colorate dagli oggetti in uso delle donne indiane, i sari o i fiori carnosi dalle tinte forti che contrastano con i grigiori dell'anima repressa delle protagoniste, che si raccontano le rispettive vite durante un viaggio notturno in treno. Ciascuna soffre della subalternità sessista e lotta contro la povertà o il pregiudizio, non tanto diverso da quello che si poteva vivere da noi ancora nella metà del secolo scorso.Molto forti e toccanti le esperienze di violenza. Per tutte tenace il desiderio di riscatto e di emancipazione e ciascuna, a modo suo, la raggiunge, se non altro nella convinzione della propria unicità.Ammetto che non è il genere di romanzo che preferisco, ma l'autrice riesce a dare ai personaggi una caratterizzazione decisa. Questo soprattutto il pregio del libro.
—Emanuela