What do You think about Occidentalism: The West In The Eyes Of Its Enemies (2005)?
Per "Occidentalismo" gli autori intendono, in maniera per noi italiani un po' controintuitiva, qualcosa che noi tenderemmo invece a chiamare "anti-occidentalismo": un'ideologia ostile a tutta una serie di aspetti visti come emblematici dello sviluppo etico, sociale ed economico dell'occidente, come per esempio l'importanza della scienza e della tecnologia, l'individualismo, il laicismo, l'egalitarismo e la democrazia, il libero mercato.Secondo gli autori, i concetti alla base di tale ideologia gravitano attorno ad una serie di "miti" contrapposti:- L'empia città occidentale (l'antica Babilonia della Bibbia diventata oggi New York) vista come il luogo dove trionfano l'individualismo, il consumismo e la perdita dei valori spirituali a favore di quelli materiali, contrapposta alla vita rurale, dove predominano l'autenticità, la semplicità, la comunità e vengono preservati i più autentici ed antichi valori- L'occidentale "mercante", uomo scettico, meschino ed egoista attento solo al proprio tornaconto, contrapposto all'Eroe, uomo dotato di uno spirito superiore, che disprezza la morte ed è capace di donare la sua vita per la sua fede e i suoi ideali - La "mente" occidentale, che attribuisce un ingiustificato primato al raziocinio e alla scienza e che rende l'uomo occidentale una specie di ridicolo "idiot savant", contrapposta allo "spirito" onnicomprensivo che attribuisce ad ogni cosa il giusto valore.- La "venerazione della materia", contrapposta alla vera fede in Dio.Una tesi molto importante, e molto dibattuta, degli autori è che tali idee non siano tipiche dell'Islam o di altre culture orientali, ma siano invece nate e si siano sviluppate in Europa per essere in seguito esportate ed adottate in Oriente.Personalmente ho dei dubbi su quest'ultimo punto: non so cioè se effettivamente l'attuale ostilità verso l'Occidente dimostrata per esempio dagli estremisti islamici possa essere così facilmente ricondotta a idee europee senza cercare altre cause.Credo piuttosto che il libro individui, con molta intelligenza, una serie di tematiche che tendono a ripresentarsi, forse in maniera autoctona, ogniqualvolta si ripresenta un conflitto fra "conservatori" e "riformatori", fra "estremisti" e "moderati".Per questo il libro mi ha abbastanza entusiasmato: mi ha fornito una gran quantità di materiale su cui riflettere, che riguarda non tanto l'"oriente" o gli estremisti islamici, quanto il mio stesso mondo, e addirittura il mondo in generale, senza distinzioni geografiche.Se sapete leggere questo libro con spirito critico, non può non interessarvi.Unico appunto che ho da fare agli autori: secondo me l'esposizione è piuttosto caotica, un po' più di "metodo" non avrebbe guastato.
—Rossella
A good thought-provoking book about anti-West sentiment from "Occidentalists" ranging from the pre-WWII Japanese, 19th century Germans, to modern Islamic terrorists.The West has done quite a bit to pillage, destabilize, subdue other countries in colonization (and continue to do so today). But beyond these concrete actions, the authors point to a perception problem with the West that is only compounded by our imperialist actions. We tend to blame Islam and religions for the mindset of extremists, but like pre-WWII Japan, pre-Revolution Russia, 19th century Germany, anti-West sentiment stems from the fact that our culture is perceived to be without morality. It is full of lust, greed, and lack of morality. And if you watch the news headlines (ie. Paris Hilton and Britney Spears) or if you've ever stepped foot into a NYC bar, you can see how the perception can partially be true. The root of Occidentalist ideas are no different from fundamentalist Protestants in the States who feel that America is losing their morality. The authors are actually arguing that while we may blame Islam (or other religions for inciting violence), religion is merely a bystander being manipulated by a line of thinking that has pervaded for centuries.It was short and well-supported book. This was a nice short
—Andrew
I was torn as to whether to give this book 4 or 5 stars, because despite the slow and torturous beginning, as I plodded forward, I eventually found a wonderfully revealing psychological map to the minds of the Cold War enemies of my youth. I approached the book with expectations of American defamation by varied sources from China and the Middle East, but what I found was a very scholarly and (at least on the surface) unbiased approach to the philosophies of Germany, Russia, and Japan, alongside those of China and Middle Eastern nations, as well as outlining the formation of Western ideas, particularly those of England and France, in order to present a proper contrast between the philosophies of the hemispheres. I highly recommend this book to students of both history and philosophy, and I plan to re-read the beginning I found to be so slow, since it might have simply required the proper mindset on my part. It may well be worth a full 5 stars.
—Robert Risher