Postcards From No Man's Land (2002) - Plot & Excerpts
Mi è piaciuto di più Danza sulla mia tomba, ma anche questo molto, molto bello.Recensione anche sul mio blog:http://pleaseanotherbook.tumblr.com/p...“Cartoline dalla terra di nessuno” è il secondo romanzo di Aidan Chambers che mi capita per le mani e devo dire che mi sono innamorata del suo stile. Completamente diverso da tutto quello che ho mai letto fino ad ora, racconta storie incredibili con una facilità impressionante, che ti segnano e cambiano. Tra l’altro in questo volume Chambers mette insieme due mie passioni. Le cartoline, e io adoro mandarle e riceverle, anche se effettivamente non ci sono cartoline fisiche nella storia, e Amsterdam, una città stupenda, di cui mi sono innamorata nelle poche ore che ho trascorso passeggiando per le sue strade. Ci voglio assolutamente tornare, perché insomma è davvero spettacolare. Ma qui Chambers fa di più, prende i ricordi della seconda guerra mondiale e li unisce a un ragazzino che cerca la sua strada nel mondo, regalando una storia a più dimensioni, ricca e speciale. Un piccolo gioiellino.Il passato non è mai completamente dimenticato, anche quando si cerca di andare avanti e dimenticare. I ricordi arrivano e ti colpiscono alle spalle, come la marea, senza sosta, con una risacca che rischia di spingerti a fondo. E sono proprio le memorie dei periodi più importanti della nostra vita, quelle che in definitiva ci plasmano che restano con noi fino alla fine. Chambers cerca di catturare l’immaterialità dei ricordi con una storia che si svolge su più piani paralleli, con una solidità di intreccio ben congeniata e la sensazione, quasi, che il passato non muoia, ma si trasformi, per giungere nel futuro, impalpabile, ma con una forza d’urto capace di spezzare qualunque cosa lungo il cammino. È una storia che ti cattura fin dalle prime pagine, prima con Jacob, poi con Gertrui in un’alternanza sorprendente. E abbiamo Jacob che parte dall’Inghilterra per arrivare ad Amsterdam, con i suoi canali, le sue strade, le sue parole incomprensibili, quell’olandese dai suoni gutturali e affascinante. Jacob vive con la nonna, per convenienza e per sentirsi a suo agio, quando in casa è bistrattato sia dalla sorella maggiore, affezionatissima al padre, che dal fratellino minore. Jacob è il classico awkward, nella sua vita familiare e a contatto con gli altri, con quel modo imbarazzato di porsi a contatto con il mondo. catapultato in una realtà che non conosce, cerca di adattarsi con i mezzi che ha a disposizione, ma la sua sopravvivenza è più determinata dalla generosità di chi incontra che dal suo spirito di adattamento. Ma Jacob non è un tipo che si lascia scoraggiare e vive tutte le esperienze in maniera viva e senza troppi rancori. E poi c’è Gertrui che racconta la sua storia in prima persona, gli anni della Seconda Guerra Mondiale, l’invasione tedesca, e l’arrivo degli americani giunti a liberare un’Europa stanca e distrutta dai colpi del nazismo. Gertrui era una ragazza innocente, protetta da una famiglia benestante di una Olanda borghese e artigiana. Ma a contatto con la guerra deve crescere in fretta, sfuggire al giogo della solitudine e camminare per le sterpaglie di un popolo ridotto allo stremo. Gertrui si ritrova a fare da infermiera e cuoca, prodigarsi per chi arriva nella casa dei genitori, senza preoccuparsi dell’estrazione sociale o dei formalismi. La lotta per la sopravvivenza cancella tutto, ogni più piccolo spazio di pudore. Ed è qui che compare Jacob, con il suo fascino da straniero, la sua incapacità di parlare olandese e la voglia di vivere e combattere per liberarsi. È tutto molto concentrato, filtrato dagli occhi di Gertrui che ricorda la guerra e la sofferenza di un mondo che sembra perduto. Jacob, l’altro protagonista, deve affrontare due viaggi uno nella storia, nel passato e uno dentro di sé per capire chi è e da dove viene, per arrivare lì dove vuole arrivare. Quel viaggio di formazione troppo abusato, ma incredibilmente adatto alla situazione. Tra l’altro Chambers aggiunge un corollario di personaggi secondari avvincenti e speciali, a partire da Ton, che impartiranno a Jacob più lezioni di quante avrebbe mai immaginato, aprendogli gli occhi su una realtà che è molto complessa e incredibilmente affascinante. Ma soprattutto dovrà gestire il peso di un segreto e capire se vale la pena continuare a mantenerlo o rivelarlo. Come ci si comporta con la verità? (view spoiler)[Ma soprattutto Chambers affronta, con delicatezza e senza dare alcun tipo di risposta universale un tema che ormai ci riguarda da vicino, che ci soffoca, che ci obbliga ad aprire gli occhi e a riflettere, un tema sconvolgente, che di certo non possiamo soprassedere. Quello dell’eutanasia. Ci sono passata recentemente, e il libro è capitato in un momento in cui non avrei mai voluto pensarci, ma è lì, è necessario rifletterci, sbatterci il muso contro, pensare a cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, senza giudicare. (hide spoiler)]
4.5 stars. This book... wow. It's great. It's also difficult to review, so please bear with me.If this book seems uninteresting at first, I can't blame you. The cover is dull, the title dry-sounding ("No Man's Land" conjures an image of the desert, and "Postcards" are relatively obsolete) and the book is BIIIIIG. It seems long and ponderous. Besides, the author was 65 when POSTCARDS was published, and it always seemed to me that older authors look down on YA/children's lit and write preachy, moralizing books. (For example, in the infamous The Last Battle (Narnia book 7) the Pevensie family goes to Narnia/heaven after dying in a train crash... except for Susan, who is "no longer a friend of Narnia" JUST BECAUSE she is interested "in nothing nowadays except nylons and lipstick and invitations." So I guess that because she has become superficial, that means she deserves to see her whole family die. How cruel an moralizing can you be towards your characters and your readers!? But I digress.)POSTCARDS FROM NO MAN'S LAND is not this breed of book. Chambers remembers so vividly, so clearly, and so compassion-fully what it is like to grow up it is honestly quite breathtaking.Instead, POSTCARDS is a meditation on Life. It most obviouslt focuses on coming-of-age with the journies undertaken by its main protagonists Jacob and Geertrui, but as their stories bloom and as they begin to experience the wider world around them, POSTCARDS goes beyond simple coming-of-age to encompass ideas about marrige, adultery, bisexuality, art, literature, and even Death. These philosphical musings are artfully incorporated into the story, and add a richness to it, even if it is not part of the central plotline.Honestly, I don't know what to say that will do this book justice - it's not a book that you can easily convince people to read - there are no villains here, no heart-pounding action sequences, just flawed, lovable characters finding their way in the world. Despite all this, their stories are very engrossing, and, (even if this sounds cheesy) often grab your heart.Of course, this isn't a book for everyone - sometimes the often-interesting minutae are excessive (such as in the overly-descriptive parts detailing what characters are wearing) and even when at levels that worked perfectly for this reviewer, might bore more action-oriented readers. So: if your favorite book is Divergent or some other action-y book, you can give this a try, but don't expect another favorite. But if you love a big, rewarding, character-driven story that contemplates many facets of life, then this book is for you.
What do You think about Postcards From No Man's Land (2002)?
Throughout the book it is told through two different view points. One view point is telling the story of Jacob as he goes to find more infomation about his grandfather who was in World War 2. The second view point is told through his grandmother who is back in the middle of the war and how her and her husband meet. There are many differences throughout the novel from American and Holland culture. Some of the main ones are that most of the cities in holland still have a midevil look to them as in America most of the cities are more modern with tall new buildings. Most the people in Holland know both english and dutch as in America people mostly just know english. I think that the author wrote this book to show how the war 50 years ago is still effecting the people of today. It is shown throughout the book that jacob does not know who his real grandfather is until he reads his grandmother book. The war effected Jacob by him not knowing who his real grandfather was. I think that the theme of the book is to never quit until you are done with your goal. Jacob's grandmother is a prime example of this by her helping all the wounded soldiers and her lover jacob. Geertrui throughout the novel is determined to get Jacob better, she is trying to get back to full strengh until the day he dies. This shows that you should never give up until the you have reached your goal. I would recommend this book to someone who likes World War or someone who likes alot of action. The chapters that talked about the war I thought were alot more interesting then the chapters in present day but the present chapters were also good.
—Josh Bender
My first attempt at an Aidan Chambers novel since I failed to finish “Dance on my Grave” whose explicitness stunned my teenage self many years ago. This one had its moments – I suspect this author likes raising the issue of sexual freedom. I did finish it without difficulty, and very much appreciated its depiction of the Nazi occupation of Holland, as well as modern life in Amsterdam. In particular I found the depiction of the commemoration ceremony for the Battle of Arnhem, interspersed with factual accounts of the actual events, particularly effective.Though its wartime theme is something which has been done by other authors, this had an individual feel, as though the author was determined to take it in certain directions whatever anyone else thought. My only issue was the voice of the modern day protagonist Jacob – for a seventeen-year-old he came across astonishingly (unbelievably) mature and ridiculously naive by turns – it was hard to place him. Maybe that’s the nature of 17 year old boys but somehow I’m not convinced.
—Jayne Charles
!!!Non ricordo l'ultima volta in cui, dopo aver finito un libro, ho iniziato a sorridere come un idiota. Eccolo qua.Questo libro ha tutto. Ha una struttura micidiale ed è divertente, commovente, profondo e appassionante, serio e giocoso allo stesso tempo (un po' come il protagonista, un po' come tutti noi da adolescenti, no?)Le tematiche sono tante, e sono serissime, ma il libro non risulta un'amalgama incompleta, poiché a ogni tematica è dedicato il giusto spazio — senza contaminazioni.Entra subito a far parte dei libri più belli letti nel 2014, e forse è anche uno dei più significativi.Consigliatissimo. Porca eva se lo consiglio.
—Marco