Gaber diceva che la libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, non è uno spazio libero, la libertà è partecipazione.Lo sostengo pienamente.Ma è anche vero che neanche Cosimo sapeva a che ideale stava dietro nel suo perseguire un proposito che più si va avanti con la storia, più diventa insensato.Come si fa a dare un senso alle sue intenzioni, alla sua imposizione su un'intera vita, se neanche lui sapeva bene il perché della sua decisione così irremovibile?Ma è anche vero che.."La prima lezione che potremmo trarre dal libro è che la disobbedienza acquista un senso solo quando diventa una disciplina morale più rigorosa e ardua di quella a cui si ribella. Ma non stiamo andando troppo in là nel caricare di significati un libro che voleva essere sempre scherzoso?" - Tonio Cavilla.Sentite, molti aspetti della faccenda hanno un fondo di verità: Calvino non aveva come primo fine quello del trasmettere una morale, lo stesso Cosimo non sa spiegarsi il motivo del suo comportamento, e la libertà è partecipazione.Allora prendiamo inizialmente Il barone rampante come una storia, ricaliamoci nel bisogno primario del bambino che di notte vuole una storia per svagarsi prima di chiudere gli occhi. La necessità del ricercare un significato, un messaggio.. arriva dopo, quando cominciamo a capire. Capire in generale. E non sto dicendo che è sbagliato ricercarlo, anzi, è indispensabile dopo una certa età, quando i libri non sono più solo storie, ma entità fatte di carta che stanno cercando di penetrarci con la loro voce. Però con certi libri bisogna ricordarsi dei tempi in cui bastava solo una storia coinvolgente, e basta, non c'era bisogno d'altro. Il barone rampante è stata per me una storia coinvolgente?Coinvolgente è una parola grossa, ma è stata di certo simpatica e piacevole. All'inizio partiva un po' così, c'era l'interesse ma i capitolo si succedevano in una maniera che mi annoiava. Invece nella seconda parte tutto diventa molto più allettante, e pian piano sono entrata nel libro. Meglio tardi che mai.La mia prefazione accosta Il barone rampante al genere di Alice nel paese delle meraviglie. Ora, un po' grossolano come paragone, ma in effetti l'elemento in comune c'è: il significato. Sono entrambe storie assolutamente godibili, ma quasi enigmatiche nel loro messaggio di fondo. Entrambe richiedono per primo il divertimento, e poi a te lasciano il fardello del messaggio criptico da decifrare. La letteratura per ragazzi in realtà non è poi così facile, eh. Però, per quanto io possa accettare di rimanere sul livello "goditi l'avventura e basta", qualche umile tentativo per dare una risposta alla figura di Cosimo lo voglio fare.Eh, però, ecco, non è che ci sia proprio riuscita eh.A tre quarti del libro ero sicura di aver in mano la chiave: Cosimo, prendendo come pretesto un obbligo da parte della famiglia di mangiar queste dannate lumache, si scopre esausto di una sorta di prima ingiustizia della vita, e decide di rintanarsi sugli alberi, di guardare la vita dall'alto, in modo da poter osservare il mondo, la stessa vita, ma senza doverne essere per forza coinvolto. E, mentre gli anni passano, e le persone che avrebbe potuto afferrare e tenere con sé passano, si accorge di quanto quella posizione possa essere scomoda. Di come la sua voglia d'indipendenza, diciamo libertà, non sia poi così libertà. E siccome, seguendo Gaber, la libertà è partecipazione, Cosimo avrebbe capito, anche grazie a Viola, che vale la pena scende e mescolarsi con il mondo.Eppure no, non calza, perché la fine è diversa e intralcia tutta la mia interpretazione. Damn it.Potremmo interpretarla come una sorta di voglia materializzata da parte di Calvino, che mette per iscritto quel proposito che non attuerà mai, quella voglia di mollare e tutto e vivere sugli alberi, lontano dalla vita, ma allo stesso tempo vicino, con una visuale superiore.Potremmo anche vedere la scelta di Cosimo come una volontà di affermare una propria individualità in un tempo in cui era quasi impensabile essere così folli da essere anticonformisti, e così Cosimo allora adatta la propria vita alla sua stessa scelta, ad un certo punto viene anche assecondato dalla madre, che accetta il tentativo originale, però quasi disperato, di suo figlio che per farsi notare, affermarsi davvero sceglie di vivere sugli alberi.E lì in effetti calzerebbe, non ci sarebbero "ma", contraddizioni.Eppure è davvero questo il punto della faccenda? In ogni caso il bello del dare significato a libri, anche melodie, quadri, film sta nel fatto che è tanto bello perché non c'è mai una ragione scientifica di mezzo, è tutto affidato all'occhio personalissimo del lettore. Tant'è vero che come dice lo stesso Tonio Cavilla, si possono trarre tanti significati da Il barone rampante, ma non si può essere mai sicuri di essere nel giusto.Non ha qualcosa di emozionante tutto ciò? Questo poter coprire i libri con il proprio io, intendo.
پیش از این از کالوینو هیچ کتابی نخوانده بودم اما اواسط خواندن این کتاب بود که احساس کردم کالوینو باید طنزنویس باشد! شاید به دلایل زیر این حس بهم دست داد:1- ایتالیایی است و ایتالیایی ها گویی حتمن باید طناز باشند!2- اسمش مرا یاد طنزنویسی می اندازد.3- مهم تر از همه ی این ها، همین کتاب است! مگر می شود کسی طنزنویس نباشد و بتواند به سبک این کتاب، تخیل خود را آزاد کند و اثری به این زیبایی بیافریند؟ تجربه ی خواندن این کتاب، تجربه ی خیلی خوبی بود. نوشتن کتابی به سبک «رساله ای قدیمی» این ترس را دارد که هر لحظه به ورطه ی هجو بغلتد و دیگر خواننده، با خنده و شوخی با کتاب برخورد کند. انگار نه انگار که کتاب قرار است حرف مهمی بزند. اما کالوینو به خوبی از این گذرگاه رد شده و نگذاشته است کتابش از مسیر درست خارج شود. بارون درخت نشین، یک داستان خیالی را در بستری واقعی تعریف می کند. به گونه ای که با توجه به پرداخت خوب کالوینو هم در اطلاعات مختلفی که داده است و هم در حفظ درست لحن راوی (به عنوان کسی که سیصد سال پیش این رساله را نوشته است) بارها در طول کتاب به شک افتادم که نکند این داستان، واقعی باشد! یا این که حداقل باید جنبه هایی از واقعیت در داستان این کتاب باشد! (از روسو، از ولتر، از انقلاب فرانسه، از ناپلئون و...) اما نه! انگار خط اصلی داستان، همه از ذهن خلاق کالیونو سرچشمه گرفته اند و این خیال پردازی چنان در کنار بستر واقعی تاریخی قرار گرفته که گویی خودش هم واقعیت دارد. و مهم ترین وجه این خیال پردازی در همان لحن راوی خودنمایی می کند. لحنی که از انسانی بر می آید که به دور از هیاهوهای دنیای مدرن، در دل طبیعتی آرام، با آرامش یک بورژوای بی دغدغه به نوشتن کتاب می پردازد.یکی از بخش های خیلی خوب کتاب:- بسیار دیده شده است که مردمانی که برای آرمانی نه چندان روشن و مشخص مبارزه می کنند مجبورند بری جبران گنگی و سستی انگیزه هایشان ظاهری بسیار جدی به خود بدهند. - ص 191
What do You think about The Baron In The Trees (1977)?
In 1767 twelve-year-old Cosimo di Rondo, the oldest son of an Italian Baron, climbs into a tree outside his house in protest at being forced to eat snails for dinner. His family tells him to come down at once, but he refuses, in fact he vows that his feet will never touch the ground again, and so begins the chronicle of the strangest of lives, told by his brother, as Cosimo lives out his days in the branches of trees.This story is what the film ‘Ivul’ by Andrew Kotting was loosely based on, and I enjoyed that – mostly the magical conceit of someone living in the treetops. The film has to stick with what is achievable practically on a low-budget, but in the book, though it feigns a practical air, there is the possibility for much more fantastical imagery. The similarity though is that they both set out to portray the idea of an acrobatic man (not a superhero, but someone like there rest of us, with human failings) living in the trees.So many things about this amazing idea seem already to exist for me in the back of my mind. That childhood game of ‘Don’t step on the ground’ taken to the craziest extreme. The idea of a tree house, but here anything can be taken up into a tree, furniture, beds, printing presses! The possibility of leaping across spaces in the air, not like Spiderman, but just with effortless jumps, like walking on air, or balancing like an acrobat, (similarities again with ‘Man on Wire’ and ‘Mr Vertigo’.) Especially good are all the scenes between Viola and Cosimo and their arboreal affair. Viola, is such a headstrong character too that she is more than a match for Cosimo.Though there are many other ideas that run through the story it is not overtly allegorical, like Paulo Cohelo or someone like that would make it. There are images that hint at the spiritual, images of treetops and sky-scapes that sing in the context of the story, and then there are moments about relationships and love or war and politics, but all seen from above in the trees, . Over all it feels like a beautiful evocation of longing for something more and the possibility of living so lightly on the earth and so lightly as a human, that you might float away in the end. I think this is what Cosimo is trying to achieve and he does it in his own strange quirky way, often failing and stubborn, but true to his beliefs to the end.
—Peter
Le baron perché est un merveilleux petit roman écrit par Italo Calvino (1923-1985), un italien né à Cuba. L'histoire prend place en Italie du Nord à la fin du XVIIIème siècle. Le héros, un jeune noble fils ainé d'un petit baron, décide de vivre dans les arbres, et n'en redescend plus de sa vie, non pas qu'il cherche à concurrencer les anciens stylites, mais plutôt pour être libéré des contraintes étouffantes auxquelles sa situation l'oblige afin de mieux comprendre et agir.Si au début j'ai trouvé l'histoire mignonne, pleine de fantaisie agréable et de tendresse chaleureuse, j'ai été happé par degré par l'histoire au point de ne plus pouvoir décrocher le livre. L'auteur fait preuve de beaucoup d'invention pour donner du sel aux aventures de son héros, que sa situation apparemment inconfortable aurait pu rapidement tourner court. Il n'en est rien. La variété des thèmes abordés et du ton des aventures préviennent très efficacement tout ennui pour le lecteur, de même de que leur intérêt croissant. J'ai sans doute aussi été favorablement incliné pour le caractère du héros, ainsi que par les différentes allusions littéraires et historiques, lesquelles ont eu un effet sur mes prochaines lectures.Ce roman fait partie d'une trilogie, Nos ancêtres, dont j'avais déjà essayé le chevalier inexistant. Il me reste à découvrir son vicomte pourfendu pour en faire le tour.
—Yann
In Calvino's The Baron in the Trees an eighteenth century Italian boy takes to the trees and refuses to come down. Neither love nor war dissuade Cosimo from living out his life in his arboreal element. Even when attacked by pirates and carried out to sea he stays aloft in the ship's mast. His romances with Ursula and Viola fall way to his commitment to the trees — his truest love. "I hold dear the forest in which I live..," says Cosimo, the ultimate tree-hugger. The story is an homage to a past
—Shel