What do You think about The Floating Opera (1979)?
The first novel by one of America's most influential post-modern novelists. I was excited and wary about beginning to read this author. No problem; it wasn't a difficult read. I liked it. Of course, his meta-fictional stuff comes later, but even in The Floating Opera there are elements of that style, such as the first person narrator making frequent references to his writing process. (A note on the copyright date: Barth first published the book in 1957, making changes suggested by the publisher, especially toward the end of the book. The edition I read, published in 1967, was revised by Barth to restore his original ending. Knowing that, I felt I could include the 1967 version on my 1957 reading list.) The narrator, Todd Andrews, is a lawyer with mostly antisocial behaviors. He lives alone in a hotel, has never married though he has a mistress, and cares little for money or public opinion. I can hardly explain why I liked him but I did. I would not like to be his friend, I would certainly never go out with him, but from the distance of a reader I found him a fascinating fellow. Throughout the book, he tells his life story including how his best friend's wife came to be his mistress with that friend's knowledge and blessing. He lives in a small Maryland town on the Chesapeake Bay where he was born and raised. Though only in his 30s, he has a rare heart condition from which he could drop dead at any moment. When his is not lawyering, which is most of the time, he engages in his "Inquiries," writing up his questions about life, the answers he discovers and attempting to solve his overall quandary: should he go on living or commit suicide? It is this question which provides suspense; his life story is the plot. Despite all manner of digressions and inward pondering, the writing has a warm intimate style and I was rarely bored or frustrated by this odd tale. I don't know what he did to the end of the story for the first publication but this one was satisfying.
—Judy
Quando lessi per la prima volta Kundera mi stupii di come spesso egli se ne fregasse della distanza che ci divideva e di come mi parlasse in un modo estremamente intimo. È un po’ tardi quindi, almeno per me, chiedermi se questo tipo di confidenza mi dia fastidio o meno. Dopotutto, suvvia, tra gli autori che sperimentano e che per questo passano alla storia come autori autoreferenziali, Kundera è forse quello più tacciato di autocompiacimento. E a me piace un sacco, quindi figuriamoci se mi metto a giudicare un libro per questioni di forma come “l’abbattimento della barriera tra l’autore e il lettore”. Il fatto è che spesso un’opera sperimentale viene considerata più per la sua forma che per il suo contenuto. E ci mancherebbe altro: bisogna tenere in considerazione la forma, l’impianto. Però indugiare su etichette e classificazioni poi non è che ci rende un tantino snob? Dunque io di questo mio primo Barth dovrei considerare solo lo sperimentalismo? Il fatto che Todd Andrews mi parla come se fossi lì con lui? Dovrei alzare il sopracciglio e concentrarmi solo sul fatto che in questo romanzo ci sono digressioni filosofiche, ardite costruzioni narrative, virtuosismi metanarrativi, numerosi piani narrativi ecc.? Oh, mai io lo faccio con piacere. E con piacere mi rendo conto di avere tra le mani l’opera di un genio della narrazione. Il problema non sta nell’accertarsi di tali caratteristiche. Il problema sta nel fatto che quando un autore inventa delle forme, poi spesso molti suoi critici e lettori si fermano a questo bellissimo contenitore storcendo un po’ il naso e dimenticandosi che alla base di queste nuove modalità di racconto c’è comunque la volontà di raccontare qualcosa; c’è quello che porta un uomo a raccontarci delle storie piuttosto che a progettare grattacieli o chiese futuristiche. Dunque io mi siedo per bene in questo romanzo di Barth, in questa postmoderna architettura (se così vi piace chiamarla) e mi metto ad ascoltare una storia, tante storie che poi ne fanno una. E che sono tutte raccontate con una profonda passione ed onestà, le caratteristiche che deve avere il vero narratore, per intenderci. Dicevo, tante storie che ne fanno una. La storia di un uomo che scrive un’Indagine per comprendere tante cose della vita e della morte. E voi volete che io mi fermi alla forma? Che non consideri il fatto che questo uomo mi traduca in semplici parole quello che io, nella mia testa, rimodello così tanto da farlo poi diventare delle semplici paranoie? No che non posso. C’è da considerarle tutte quelle sue digressioni sul nichilismo, sulle maschere che indossa, sul rumore di puntura prodotto da una baionetta, sulla vera umana intimità, sulla vera umana bestialità, sulla preparazione di un processo, sulla costruzione di una barca, sul suicidio. C’è da considerarle perché, molto semplicemente, sono la sostanza dei nostri giorni tradotta in parole da qualcuno che riesce a leggersi e a leggerti dentro. E non c’entra assolutamente niente il fatto che io mi sia praticamente innamorata di Todd Andrews [certo, mi ero innamorata anche di Arturo Bandini, ma in quel caso avevo capito che con lui effettivamente, nella realtà, non avrei mai potuto avere una storia vera; e invece con Todd Andrews potrei viverci, direi proprio che siamo fatti l’uno per l’altra]; quindi, non c’entra il fatto che io mi sia innamorata di lui. Basta avere un po’ di onestà nei confronti di noi stessi per comprendere che ciò di cui ci parla ci DEVE per forza di cose riguardare ed interessare. Insomma, se la forma mi eccita e la sostanza mi riempie (e non leggeteci doppi sensi) allora io non posso fare altro che godermi l’attesa che mi separa dalla rilettura di questa opera galleggiante e dalla lettura di un altro libro di Barth e ringraziare con tutto il cuore la persona che me l’ha consigliato.
—Fewlas
تاد اندروز شخصیت اصلی و راوی داستان اپرای شناوروکیلی موفق که بدنبال تصمیمش برای خودکشی تصمیم به تصویر کشیدن زندگی خود از سالهای دور می پردازد....او تلاش میکند بی ارزشی دنیا و رابطه جنسی را نشان دهد ... وارد مثلث عشقی می شود که بین هریسون ( دوست صمیمی) جین ( همسر هریسون) و خود وی اتفاق افتاده استرابطه ای که به میل هر سه بوده و در نهایت به پوچی می رسد که از ابتدا انتظار انرا می کشیدتاد انروز از روایت جزییات پرونده هایی که وکالت انها را به عهده گرفته استفاده میکند تالایه های پنهان زندگی انسان هایی را روایت کند که بر سر هیچ و پوچ به جنگ با یکدیگر برخواسته اند تا مالک ثروت و قدرتی شوند که در انتها با خفت و خواری بدست میاورند : " پروندهی ارثیهی پدر هریسون،که اگر طی سالیان متمادی از تنگهای ترشیجات پر از مدفوع پدر خود نگهداری کند صاحب سه میلیون دلار ارث می شود"در سراسر داستان بارها به ساخت قایقی اشاره میکند که از دوران نوجوانی ارزویش را در سر می پروراندهقایقی که شاید با هدایت ان به سوی دریای ازاد (نماد ازادی) بتواند معنی دقیق زندگی را بفهمدنیاز دارم یکبار دیگه داستان رو بخونم.. به علت یکی از موضوعات اصلی داستان - ازادی بی حد و حصر انسان در برقراری رابطه جنسی - بخش زیادی از داستان حذف شدهبارت سعی کرده از جملات پیچیده فلسفی زیادی استفاده کنه...اما به هیچ عنوان خردگرا نیستن....از دید منیعنی انتظار نداشته باشین یه رمان فلسفی بخونیدفقط و فقط تعدادی جمله که از درون فردی نزدیک به خودکشی بر اومده و از دید من ارزش فکر کردن زیادی نداره (البته تا به اینجا برای من اینطور بوده) شاید من درست مطلب رو نگرفتم برای همین قصد دارم در اینده دوباره بخونمشتو وبلاگ مجتبا پورمحسن خوندم که این داستان در سال 1956 پایان بندی تلخ و متفاوت تر ازپایان بندی حال حاضرش داشته که باعث میشه طرفدارای زیادی نداشته باشه برای همین ناشر از جان بارت درخواست میکنه که پایان داستان رو به یک روایت ایدوارکننده تغیر بده تا بتونن کتاب رو بفروشن
—Elnaz