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Read The World Jones Made (1993)

The World Jones Made (1993)

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3.63 of 5 Votes: 5
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ISBN
0679742190 (ISBN13: 9780679742197)
Language
English
Publisher
vintage

The World Jones Made (1993) - Plot & Excerpts

"Puoi credere a quello che vuoi; puoi credere che la terra è piatta, che Dio è una cipolla, che i bambini nascono nelle buste di plastica."Tra i primi romanzi sci-fi di Dick, E Jones creò il mondo, secondo il titolo rinnovato dalla Fanucci per la bellissima edizione per il venticinquesimo anniversario della sua morte, appare come un grosso esperimento dell'autore alle prese con il genere fantascientifico; un piccolo, troppo piccolo calderone nel quale mescola temi e caratteristiche del genere con temi suoi propri.E Jones creò il mondo è una sorta di romanzo per metà distopico e per metà di fantascienza mainstream. All'inizio del nuovo millennio, il mondo è governato da un governo federale (Govfed - l'amore di Dick per le abbreviazioni è già presente) che si regge sull'ideologia vincitrice del terzo conflitto mondiale: il relativismo di Hoff. Un'utopia, indubbiamente, che si basa sul principio del totale e inevitabile relativismo: contro ogni discriminazione, contro ogni integralismo religioso sta il principio della tolleranza a tutti i costi. Una tolleranza necessaria, perché il terzo conflitto ha scatenato epidemie di mutazioni genetiche e dato vita a generazioni di mostri e mutaformi. Contro questo governo agiscono due imminenti minacce: la popolarità crescente del misterioso Jones, un precog capace di vedere il futuro ad un anno di sistanza, e gli Erranti, misteriosi essere alieni protozoi che cominciano a ricadere sulla Terra. Già ad uno sguardo superficiale appare evidente la mescolanza di temi e suggestioni propriamente dickiani: l'utopia, il governo federale, i misteriosi alieni (talmente alieni che qualunque forma di comunicazione e comprensione è impossibile a priori), i precog, i mutaforma, e l'immancabile viaggio nello spazio (con la colonizzazione di Venere ed i piani di fuga spaziale). Tipicamente dickiano è anche il protagonista, Cussick, un agente del governo ligio al dovere che non si pone troppe domande. Andando più a fondo emergono altri dettagli: la curiosa distopia rovesciata (al contrario di romanzi come 1984 e Fahrenheit 451 qui abbiamo un'ideologia positiva, basata sulla tolleranza, osteggiata da una ribellione incentrata sull'assolutismo, incarnato nella figura assolutistica di Jones), che davvero fa traballare tutto il genere, tutte le considerazioni socio-politiche sullo scontro tra le ideologie, il problema della tolleranza e dell'integrazione (e il rapporto di indifferenza sofferente con gli Erranti fa tanto guerra fredda), il problema del libero arbitrio, posto proprio da quel Jones che, con le sue visioni, scardina l'ideologia del Relativismo affermando l'immobilità del futuro e, dunque, l'assolutismo del suo singolo punto di vista.Da non sottovalutare, soprattutto, la notevole e sorprendente resa psicologica dei personaggi: quando non veste i panni dell'agente di governo, Cussick si rivela per quello che è, un uomo che vive una crisi di coppia e, forse, una crisi esistenziale a tutto tondo. Non è da meno la compagna, Nina (anche lei, tipica femme fatale dickiana), fosse solo per l'evoluzione che conosce nel corso della storia.Tutto questo sta, però, malamente confinato in un romanzo di appena duecento pagine. Dick avrebbe potuto fare di più, molto di più: ma, dobbiamo ricordarlo, E Jones creò il mondo è il suo ufficiale secondo romanzo di genere, scritto nei primi anni Cinquanta. Se, dunque, è inevitabile concludere che si tratta di un romanzo ancora immaturo, anche se di Dick c'è quasi tutto, certamente non va sottovalutato, se si considera quanto dovette sembrare visionario negli anni in cui fu pubblicato.

"La temperatura del rifugio oscillava tra i 38 e i 40 gradi. L'aria era costantemente invasa dal vapore che si spostava e ondeggiava pigramente. Geyser spruzzavano acqua bollente e il 'terreno' era uno strato mobile di melma calda, un composto di acqua, minerali dissolti e polpa fungoide. Resti di licheni e protozoi coloravano e ispessivano l'intruglio umido che gocciolava ovunque, sulle pietre bagnate e sugli arbusti spugnosi, sulle diverse installazioni funzionali. C'era un fondale accuratamente dipinto, una lunga piattaforma emersa da un oceano pesante."E Jones creò il mondo è il primo romanzo scritto da Philip K. Dick, anche se non il primo pubblicato. Scritto nel 1954, ipotizza un lontano 2002 negli Stati Uniti d'America. Qui, a seguito della Terza Guerra Mondiale, troviamo una buona dose di mutanti e un governo che si basa sul 'relativismo di Hoff': ad ognuno è permesso credere qualsiasi cosa, per assurda che sia, ma è severamente vietato fare proselitismo, o fare affermazioni di valore universale senza essere in grado di provarle, pena il trasferimento in campi di lavoro forzato.Il romanzo, cupo e pessimista, si colloca fra fantascienza e distopia: ci sono alieni, mutanti, viaggi spaziali, una minaccia che rappresenta la Guerra Fredda, la bomba atomica ma anche l'ottusità della classe al potere, il totalitarismo paradossale del governo. In parte gli elementi fantascientifici vengono distorti fino a diventare parodistici, e sono affiancati da una buona dose di analisi psicologica (vedi Cussick e la moglie Nina).Il poliziotto dei servizi segreti Cussick incontra ad una fiera Jones, un mutante precognitivo che vede nel futuro per un periodo di un anno. Il governo lo arresta ma Jones riesce a dimostrare la veridicità delle sue affermazioni, cosa che non impedisce al governo di continuare ad ostacolarlo nel suo pregetto messianico.

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Better than I remember it being. Only two problems: 1) the picture of Venus he has was I'm pretty sure obsolete by the mid-'50's, when he wrote this; and, a lot more significantly, 2) the notion of Jones seeing a year into the future was not quite believable. Hard to picture anyway--and fraught with some paradox (what's he mean when at one point he says: "In the last year the weeds had grown six feet high"?). Jones does manage to change things even though he says everything is fixed; then at the end we find out he doesn't have complete control. So the whole thing was pretty much of a ruse?...but on the plus side it's well-constructed, with a rare non-predatory female character from him (Nina)--and Jones is complex and interesting too, at least until the end when he peculiarly decides to set himself up as a martyr (thus seeming to stultify all the alienation mojo he'd had building up). Also the barroom (or drugroom) scene was cool--as well as being a lot longer than I remember it. And only his second novel...this kid's going places. And of course the hermaphroditic (or is that transgender?--or MercVenusian?) dancers were interesting. The book was fortunately quite free of two Dick weaknesses: TrekTalk and psychobabble.
—TrumanCoyote

A remarkably below par novel from the usually solid Philip K Dick. It attempts to deal with a variety of topics from the question of free will versus a pre-destined timeline, political factionalism, police states etc... The disappointing thing is that rather than confronting one of those issues conclusively, it feels very much like each issue is a thread from a badly woven rug that never seems to reach anywhere or do anything conclusively.Everything feels incidentally murky, unresolved and uncommitted to such an extent that I'd be surprised if anyone got more than half way through the novel and actually cared about any of the characters involved; all of whom are completely replaceable and utterly unremarkable.Disappointing and way off the mark from what I know Dick is capable of.
—Paul

Jones, first name Floyd, is able to see the future. He is a tormented misfit in a strictly controlled postnuclear world. The military controls society and it is forbidden to even dream of a better world. The ruling philosophy, Relativism, has made right and wrong irrelevant; basically anything goes except for dreaming about the good old days or even about any different kind of days.Cussick works in security for the FedGov and comes into conflict with Jones, because the man has somewhat unintentionally become a messiah of forbidden dreaming and must be stopped. When Cussick's new wife joins the cult of Jones, life becomes seriously difficult.That is the plot as far as I could tell. The World Jones Made is Dick's second novel and shares some clunky attributes such as wooden characters and dialogue but lacks the excitement of Solar Lottery. I found no character I could really place my hopes on. His theme of moral ambiguity becomes the state of the world in this story; even Jones is caught up in it.Despite mutants being developed for life on another planet and weird protoplasmic, cloud-like entities, despite a possibly happy ending for some and disaster for others, I was a bit bored while reading. That is not to say Dick was unable to see the future himself. The world he creates has alarming parallels to our current one, including the probability that those in charge don't really know what they are doing.Possibly The World Jones Made is too similar to the one we have allowed to come into being.
—Judy

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