Con “Fermento di luglio” ed una nuova galleria di tipi disumani Erskine Caldwell chiuse il suo Ciclo del Sud. In questo romanzo ritroviamo l’Inetto nei panni di uno sceriffo che tenta in tutti i modi di non farsi coinvolgere nelle vicende che stravolgono la sua contea, rendendosi così complice di più di un omicidio. Come Jeeter de “La via del tabacco” che rimanda di anno in anno la semina dei suoi campi aspettando un credito che non arriverà mai; come Tay Tay de “Il piccolo campo” che aspetta inutilmente il ritrovamento di un filone d’oro nei suoi campi sprecando così terra preziosa, così lo sceriffo McCurtain aspetta un parere o un aiuto dall’esterno, oppure si scansa quando incontra degli ostacoli. Nella sua contea si è scatenata una caccia all’uomo: Sonny Clark è il negro accusato di stupro da parte della figlia di un bracciante e tutti si mettono sulle sue tracce, tranne ovviamente lo sceriffo McCurtain, che evita di intromettersi troppo nella questione per non compromettere la sua figura politica e non perdere così troppi voti alle prossime elezioni. Ritornano anche le donne in calore origine di ogni male: in tutti e tre i romanzi la smania sessuale di una donna è la causa dello stravolgimento della vicenda, oppure contribuisce ad accelerare l’ascesa verso il tragico climax finale. In questo caso si tratta di Katy Barlow, ragazza bianca che non riesce a stare lontana dagli uomini e che così metterà nei guai il povero Sonny Clark. Ritroviamo anche la figura dell’anziano che resta sempre ai margini della storia per poi cercare di entrarvi, firmando così la propria tragica fine. Ritorna, come era ovvio, la figura del predicatore ad incarnare il padre di Caldwell ed il delirio religioso. Ma ciò che più accomuna i tre romanzi è la totale mancanza di umanità, la brutalità che regna incontrastata in ogni contea del Sud degli Stati Uniti d’America. Caldwell mette in risalto l’ignoranza dei suoi personaggi, facendoli soffrire di fame o facendoli diventare cacciatori di negri; racconta la storia dei poveri bianchi del Sud alle prese con i loro istinti primordiali. Lo fa con un’onestà e con un realismo crescenti. Si parte infatti da “La via del tabacco”, romanzo in cui ci sembra di assistere allo svolgimento di un dramma che davvero poco ha di umano, in cui il grottesco che permea la storia si riflette sui suoi personaggi, ridotti a bestie ricurve sulle proprie spalle che lottano tra di loro per un sacco di rape. In “Il piccolo campo” i personaggi, sebbene siano sempre in balia dei propri istinti e condannati ad una povertà e ad una miseria che non sembrano avere fine, ci appaiono comunque più umanizzati; assistiamo a delle lotte operaie, abbandoniamo per poche pagine la campagna desolata per entrare in un agglomerato cittadino, quindi abbiamo la sensazione di esserci avvicinati un po’ al mondo reale. Per finire poi con “Fermento di luglio”, in cui Caldwell abbandona del tutto quel filtro cinico e grottesco attraverso il quale aveva osservato le prime due vicende per abbandonarsi ad un realismo totale e crudo. C’è poco di umano in tutti e tre i romanzi ma, a mio avviso, Caldwell parte da una realtà quasi favolistica tanto è grottesca e tanto fa stupire il lettore disturbandolo con delle esagerazioni bestiali, per poi avvicinarsi gradualmente a quella che noi, inequivocabilmente, percepiamo come la realtà storica di un paese. Anche in questo consiste la magia della penna di Caldwell: accompagna il lettore lungo un percorso che è allo stesso tempo di umanizzazione dei suoi personaggi di carta e di scoperta della disumanità dei loro referenti di carne. Caldwell scrisse i romanzi di questo ciclo in solitudine ed in povertà in una fattoria semiabbandonata. Fu arrestato per uno di essi, messo sotto processo per un altro. Solo molto tardi ebbe i riconoscimenti che meritava. Bisogna conoscere il dolore per parlare del dolore e Caldwell, in più, aveva uno straordinario talento che ha reso tutte le sue storie uniche ed indimenticabili.
Like the other Erskine Caldwell books that i've read, this is an extremely disquieting tale of racism and evil mixed with a quirky off-the-cuff sense of humor. The first time i read Caldwell (Tobacco Road) i was surprised by how funny he could be with such ugly topic matter. Sure, rural southern culture has a reputation for fostering ignorance and stupidity, but could it really reach a level of inhumanity this low? Of course, Trouble in July was written in the 40's, and that was obviously a much much worse time for black folks, but still.... was it REALLY THIS BAD? Mr Caldwell writes a convincing tale of group evil here with a prose style that's about as simple and breezy and directly effective as they come. Thus it's a very quick read, and despite all the unsettling elements of the narrative, I recommend it highly.
What do You think about Trouble In July (1999)?
Con l’uscita di Fermento di luglio si conclude la ripubblicazione del Ciclo del Sud di Erskine Caldwell, iniziato con La via del tabacco e Piccolo campo.Estate, Georgia, estremo Sud degli Stati Uniti. Tra i campi di cotone oppressi dall’afa, l’iroso abbaiare dei cani, i cespugli gialli di polvere ai bordi delle strade, si svolge una drammatica caccia all’uomo. Katy Barlow, bianca, accusa ingiustamente Sonny Clark, nero, di stupro. Da una parte il negro braccato, con gli occhi sbarrati dal terrore; dall’altra i suoi inseguitori, di giorno in giorno più determinati e feroci.Fermento di Luglio è un libro veloce e doloroso come l’amputazione netta di un dito. Spiega con parole semplici la tanto dibattuta banalità del male, portando il concetto a un livello superiore perché in questa storia il Male è abitudine, normalità, consuetudine. La questione razziale ai tempi della Grande Depressione non è, infatti, una questione. Ci sono i neri, bestie da lavoro e carne da macello, e ci sono i bianchi, signori e padroni di ogni cosa. Nessuno s’interroga in merito, perché è esattamente così che deve essere. L’ha voluto l’uomo, o addirittura Dio.Nel profondo Sud Americano di Erskine Caldwell, nessuno vede la gente di colore come gente, nemmeno i neri stessi si percepiscono come esseri umani, tanto è profonda l’oppressione, lo svilimento e l’umiliazione con cui convivono da generazioni. Persino chi si rivolge loro con gentilezza, lo fa con la gentilezza riservata alle bestiole da compagnia, gattini o cuccioli di cui ci si può anche stancare presto. È la razza che separa questi due mondi, e in mezzo c’è una voragine spaventosa fatta di ignoranza e alimentata dall’odio e dalla paura.Per il sospetto di... http://bit.ly/1gnGuJx
—DiariodiPensieriPersi
Leggere ha dei punti in comune con l'amore. Ed una delle prime regole - se non la prima - di una relazione amorosa è non pensare agli ex. Se ciò capita, è evidente che qualcosa non va. È lo stesso che mi è accaduto leggendo "Fermento di luglio": leggevo Caldwell, ma pensavo a Steinbeck. Perché una storia così cruda, così vibrante, così attuale, merita qualcuno dalle capacità espressive molto superiori a quelle di Caldwell. Qualcuno che non descriva pedissequamente gli stati d'animo dei personaggi ma riesca lo stesso a trasmetterli al lettore, qualcuno che non abbia una visione delle donne così sconfortante e misogina, qualcuno che sappia quali sottotrame enfatizzare e quali lasciare da parte. Se queste premesse mancano anche la trama più ricca di potenziale che si possa immaginare perde fascino. E si torna a braccia aperte dall'ex.
—Surymae