E' la prima volta che leggo Fante e, con gran soddisfazione, dico che Full of life mi è piaciuto molto. Non amo l'idea di vivere in campagna fra viti e campi, però chissà perché nella letteratura è un ambiente che invece mi piace molto. Ecco, forse più che altro il paesaggio della campagna è bello da vedere, ma non sono assolutamente fatta per viverci dentro. Sono entomofoba, se vedo un'ape mi scatta l'istinto di sopravvivenza, non mi piace l'idea di stare dietro ad un'orto, ad un allevamento o altro. Non mi eccito all'idea di poter bere del latte appena munto. Sono maldestra e sono capace di far cadere un uovo per terra così, di punto in bianco. Insomma, non ci sono proprio tagliata. Eppure che bella la San Juan dei genitori di Fante. Oh, ma non è l'unica bellezza di questo libro. Questo libro è bello anche nella sua interezza. I rapporti sono stati mostrati molto bene. Non sopporto i rapporti idealizzati nei libri, specie quelli di coppia e fra figlio e genitore. Per fare un esempio: il figlio che non ha mai pensato al padre in una via che non sia quella della gratitudine. Che cavolo, la realtà è diversa. A tutti, non importa se ci riferiamo a nostra madre o nostro padre, sarà capitato di odiarli anche solo un per secondo, o comunque di provare emozioni e sensazioni non proprio positive. Ho apprezzato la veridicità del rapporto fra Nick e John, ma anche di John e Joyce. Povero il nostro scrittore, che ha dovuto sopportarsi l'avversione di tutti quanti nel viaggio in treno verso Los Angeles, mentre suo padre faceva la figura del caro vecchio ammirevole. Povero il nostro scrittore, che ha dovuto sorbirsi gli umori del padre, senza particolare aiuto da parte della moglie, costantemente calma. Ma anche povero Papà Fante,che non ha ancora avuto nipotini maschi, che a volte non viene ascoltato dal figlio, che a volte non viene apprezzato per il tesoro vivente che è. In fondo, gli anziani sono un patrimonio per le memorie, sono veri e propri libri. Amo le loro particolari espressioni, sempre così ricche. Mi sono piaciute le alternazioni fra la rabbia palpabile fra i due Fante e invece i momenti di semplice affetto familiare. La loro riconciliazione dopo il piccolo disguido dovuto alla storia del zio Mingo è bellissima. Parlando riconciliazioni, la scena dell'abbraccio fra Joyce e John prima del parto è perfetta! Anche il loro rapporto è stato reso bene. La leggera ripugnanza davanti alla protuberanza della moglie, insieme a momenti di assoluta fiera ammirazione per la sua bellezza. Si avverte la situazione scomoda del ruolo che viene assegnato all'uomo di una coppia che aspetta un figlio. Sopportazione, prima di tutto. Non ne so assolutamente niente, ma credo che i nove mesi d'attesa siano difficili per entrambi allo stesso modo. E' Fante che deve sopportare la moglie, che in fondo è assecondata in tutto. Tant'è vero che nel momento in cui gli viene riconosciuta la gran pazienza lui risponde con reazioni sincere (abbasso l'idealizzazione dei sentimenti, evviva u_u). Insomma, un gran punto a favore dei rapporti realistici fra ogni personaggio. E' stato interessante anche l'aspetto religioso che subentra ad un certo punto della storia. Devo ammettere che non mi è piaciuta l'imposizione della famiglia nei confronti di John. Io in un certo senso ho subito un po' quello che subiscono tutti, andare a messa e catechismo perché costretti, e nel mio caso specifico, non sentire affatto un sentimento di fede. Come Joyce ha bisogno della religione, io ho bisogno dell'ateismo. Entrambe sono delle necessità interiori. E se John all'inizio non sentisse la fede, non mi pare giusto dare per scontato la sua partecipazione. Anche qui non mi dilungo per evitare anticipazioni indesiderate. :D Queste piccole note negative in qualche modo vengono cancellate con la fine del libro, che mi lascia completamente soddisfatta. PS: ah! Non so perché ma le piccole superstizioni dei genitori dell'autore sono adorabili. *-*
Full of Life lo sono tutti in questo romanzo: la moglie Joyce, incintissima con una “sporgenza” che è estensione della madre e vita essa stessa; lo è il vecchio padre, così pieno di ricordi, di vita vissuta, di aspettative, di lacrime che traboccano per il troppo sentire. Mi dispiace, ma l’unico che in questo libro sembra non essere pieno di vita è il mio amato Fante/Bandini/Molise. Voi potete pure trovargli nomi diversi, ma lui, negli altri libri, era sempre il mio eroe strapieno di vita. Sempre in contrasto con se stesso. Sempre a lottare con i suoi infidi istinti di animale. Commosso, innamorato, arido, grottesco. Pieno di vita, in tutte le sue declinazioni, dalle più dolci alle più crudeli. Di tutto questo c’è molto poco in questo libro.C’è la sua difficoltà a trattare con una moglie lunatica, che ogni giorno ne vuole una diversa. Del suo “streben nach etwas”, dei suoi desideri, della sua pienezza di vita c’è solo qualche piccolo accenno. E c’è soprattutto quando entra in scena il vecchio padre, coi suoi galloni di chiaretto e con gli spicchi d’aglio nel portafoglio (che sembra aiutino ad avere nipoti maschi).Insomma, la situazione è questa: c’è Fante e c’è la moglie di Fante, che sono in dolce attesa. E lei fa un po’ la mattarella. Poi la loro casa comincia a sgretolarsi a causa di affamate termiti (scaltra metafora di un matrimonio che potrebbe anch’esso sgretolarsi da un momento all’altro). E poi alla fine c’è babbo Fante, chiamato a raccolta perché lui è il più bravo muratore di tutto il mondo, e deve riuscire a metterci delle pezze (la metafora continua).Per carità, è un romanzo carino. A tratti comico. Ma non è affatto il solito Fante. Insomma, la faccio breve e mi affido alle parole dell’autore per dargli un giudizio: Full of Life è stato scritto per soldi. Non è un romanzo molto bello. No, caro John, non è un romanzo molto bello, ma in fondo resti il mio eroe.
What do You think about Full Of Life (2002)?
Picked this up at the wonderful Robin's bookstore in Philadelphia and read it on the flight home - one of the few Fante's I haven't read, I hadn't realized what this was, and was really delighted by this funny, moving, plainspoken account of a man coping w/ his wife's pregnancy. Caught between his suddenly devout wife and his insufferably stubborn papa, Fante struggles good-naturedly to keep an even keel in a world gone suddenly mad, as his baffled inner child prepares to meets its new twin. Charming, sweet, but not at all saccharine; a great book, and a rich human comedy. A great intro to Fante for a wide range of readers, and a good choice for folks who get a little happy, a little tearful, after three or six glasses of wine.
—David
No me hagáis esto jajajaj. Dos libros que quería leer implacablemente arrojados de la estantería ¿Leemos Ask the dust? Tengo que ponerme com los Fante de manera intensiva !
—Jandri
con tutta la fatica che ho fatto per recuperare sto libro...potevo risparmiermelo! nell'introduzione "full of life" viene descritto come l'opera meglio riuscita di Fante...ho sinceramente paura di leggere gli altri. Andrò controcorrente rispetto ad altri commenti, ma ho trovato questo libro abbastanza insulso e in alcuni punti, alquanto irritante! John Fante forse forse è l'unico personaggio-persona che dimostra di essere tutto sommato una persona "normale" con i dubbi e le paure di un uomo che si trova ad affrontare la nascita del primo figlio. è comprensibile. è capibile. ha una sua logica. ma il povero John, di per sè, mi fa un pò pena: è l'unica persona "sana" circondata da individui assurdi... Joyce tutto sommato è un personaggio interessante anche se i suoi sbalzi di umore e la sua religiosità improvvisa che la fa passare dall'essere atea all'essere una quasi suora mi hanno fatto storcere il naso...chi cavolo metterebbe un'acquasantiera all'ingresso della propria stanza?!una fanatica religiosa psicolabile!!! ...infondo si sa, la gravidanza è un pò un tornado di ormoni che fanno dire/fare cose che vanno ben al di là della comprensione umana. Quello che invece mi ha quasi portata a chiudere il libro senza finirlo è stata la figura del padre: irritante, irragionevole, arrogante e teatrale(non nel senso buono). mio nonno è del 1930, è del sud (profondo e isolato sud), è emigrato, ha fatto la fame e ha lavorato fino a spezzarsi la schiena come il Sig. Fante...ma non si sognerebbe mai di comportarsi come quell'uomo! non so se avete notato che ha sempre un bicchiere di rosso/chiaretto/brandy/cabernet in mano e per quanto faccia le tragedie greche per pagare un fattorino per il trasporto dei bagagli, non batte ciglio per i soldi spesi per l'acquisto del vino...questo, signori miei, si chiama alcolismo. E vogliamo parlare del continuo rimarcare dell'importanza del figlio maschio come unica cosa importante nella vita di un uomo?chissà come saranno entusiaste la figlia e le nipoti di sapere che per lui, valgono pochissimo se non nulla. Un altro punto per il signor Fante...complimenti. Giusto per completare la mia filippica, vorrei far notare il "gusto" che prova nell'umiliare il figlio facendolo apparire agli occhi di estranei un figlio degenere ed ingrato, andandosi a mettere su una panchina come un povero vecchio solo e abbandonato circondato dalle sue povere cose sotto gli occhi di tutti per farsi compatire. Secondo me una diagnosi di Alzheimer non è da scartare...Manca solo la pizza e tutti i clichè dell'italiano emigrato in America vengono portati all'estremo.
—Methos