Pare proprio che non si potesse fare a meno di leggerlo questo libro e pare che non potessi fare a meno di leggerlo io , così mi dicevano in molti, che sono genitrice di due adolescenti ed insegnante di un numero cospicuo di adolescenti. L'ironia brillante di Serra affronta le difficoltà del dialogo inter-generazionale ed è impossibile non riconoscere in quel "groviglio iperconnesso" sdraiato sul divano uno dei nostri figli, così come è impossibile non riconoscersi nell'avvilimento di chi è costretto a raccogliere calzini, chiudere ante e cassetti, lisciare tappeti, immaginare foschi quanto improbabili scenari apocalittici. D'altra parte, il lamento sui tempi ed i costumi, anche al netto dell'iperbole ironica, appare un po' estremo. Soprattutto,pur aprendosi al bellissimo e lirico finale ( mi sono un po' commossa, davvero), non consente di riflettere su quanto i ragazzi di questa generazione abbiano molti più problemi di quanti ne abbiamo mai avuti noi. A cominciare dal fatto di avere noi come genitori. Li osserviamo troppo, ci osserviamo troppo. Li abbiamo messi al mondo, ma poi non gli abbiamo dato un mondo dove stare in futuro. E come noi, con le nostre ribellioni, siamo stati a lungo adolescenti, in alcuni casi continuiamo ad esserlo, loro si aggrappano pervicacemente all'infanzia. Sono più giovane di Serra e forse per questo non condivido l'alternativa bucolico-georgica della vendemmia, della floricoltura e della contemplazione della natura o non mi sognerei mai di proporre ad una figlia l'escursionismo estremo, ma conosco il senso di frustrazione che consiste nel non veder amate le cose che amiamo. Vorrei che le mie figlie, che i miei alunni, amassero Anna Karenina, fossero entusiasti all'idea di una mostra su Caravaggio, dell'ultimo film di Woody Allen, di una rappresentazione rivisitata dell'Antigone di Sofocle e forse sono arrivata anche a dire , parafrasando Serra, "se non vieni con me a teatro ti prendo a bastonate". Poi penso due cose : la prima è che io ci sono arrivata per percorsi miei a Tolstoj, Woody Allen eccetera e scegliendomi altre compagnie che non i miei genitori, la seconda è che la differenza tra noi e loro può essere un valore da scoprire. Cominciamo a vedere i loro telefilm, a sentire la loro musica senza storcere il naso. E' questa la chiave. La prosa divertente e pungente di Michele Serra, in una serie di quadretti di vita familiare dove il contrasto tra vecchi e giovani viene proposto come una sorta di diario-lettera al figlio e/o ai suoi amici che vivono letteralmente Sdraiati sui divani tra PC, Smartphone and so on. Invettiva giocosa e paterna sui "giovani d'oggi". L'anziano Serra si è un po' "sfogato", ma se un po' di "giovani" lo leggessero, oltre a farsi quattro risate, capirebbero l'altro punto di vista.
What do You think about Los Cansados (2014)?
Best Abercrombie&Fitch description ever. Made me laugh
—Sean
Ironico e divertente ma a tratti un po' troppo lungo
—Takodog
