Disclaimer: questo libro fa emergere la cretina che c'è in me, per qualche strana ragione; la recensione sarà dunque viziata da ciò. Il che è solo un modo elegante per dire che sarò lievemente (e simpaticamente) polemica, e visto che la polemica ce l'ho nel sangue, sarò anche prolissa. Mi scuso.Prendete una puntata tipo della Signora in giallo. Va bene anche qualsiasi telefilm del genere, ma io sono una fan di Jessica, Jessica über alles! Nella mia mente una puntata tipo della signora in giallo si conclude con un trio: Jessica, il colpevole, e uno sfigato qualunque che si trova in scena solo come espediente narrativo. Jessica scopre abilmente il colpevole, perché lei è intelligente e astutissima, pessima da avere come zia o amica da invitare a casa vostra però, perché immancabilmente finirete o morti o accusati. Dicevamo, Jessica smaschera il colpevole, e prontamente svela anche al colpevole stesso, nonché allo sfigato di turno (duole dirlo, ma spesso costui è lo sceriffo), il piano diabolico nei minimi dettagli. Jessica sa, il colpevole pure, il terzo dunque serve solo a giustificare il fatto che lo stiano spiegando. Ecco, io ho sempre cordialmente detestato queste scenette, e non manco mai di farne oggetto delle mie polemiche acide. Sì, sono una persona simpaticissima, I know.Tutto questo per dire che la Scarlett Thomas è un'autrice che mi è tanto simpatica, è tanto cara e si vede anche acculturata, nonché attenta nel descrivere con cognizione ciò di cui parla, ma a tratti sembra prendere per fessi i propri lettori. Come se dovesse spiegare proprio tutto-tutto-tutto. Esempio? La protagonista per sua stessa ammissione ha giocato a videogiochi e giochi di ruolo virtuali...come può essere mai possibile che, in una conversazione, chieda al suo amico informatico cosa è un avatar, e che lui glielo spieghi con un linguaggio svilente? Cara Scarlett, non mi sento presa per fessa perché hai sentito il bisogno di spiegarmelo, ma perché pensi che io non possa capire che è inverosimile che parlino in quel modo. Anche tutte le pagine a parlare dei vari tipi di crittografia! Scarlett, tesoro mio, se ho voglia di approfondire mi faccio una ricerca su google, di certo quando hai scritto questo libro non ti era molto chiaro come tenere il lettore con il fiato sospeso. Almeno Jessica in cinque minuti spiega tutto, tu sbrodoli invece per pagine e pagine (e pagine! tante!), come inserendo tanti saggi all'interno di un romanzo. La protagonista deve presenziare ad un seminario su un tal argomento? E noi lettori presenziamo insieme a lei, subendo - giustamente, mica possiamo essere così scortesi da non starle vicini, eh - insieme a lei una lunga agonia, perché se il seminario fittizio dura mezz'ora, noi realmente impieghiamo mezz'ora a leggere. Se siete me poi aggiungete cinque minuti buoni spalmati nella mezz'ora per qualche parolaccia gratuita qua e là. Perché ho provato sincero odio per i personaggi che facevano domande al fittizio relatore, come quando all'università il professore sta per dichiarare finita la lezione interminabile del venerdì pomeriggio e si vede un ditino alzarsi accompagnato da uno "scuuusiii?". C'è da dire che la capacità di trasportare il lettore nella scena l'autrice la dimostra. Peccato che sia straziante.Risultato? Accantonato. Il fulcro della storia poteva anche intrigarmi, peccato che a metà libro (cioè dopo 240 benedette pagine cartacee, duecentoquaranta!) il fulcro lo vedo solo in lontananza. Vorrei tanto continuarlo perché sento che prima o poi ci sarà qualcosa di buono, perché la protagonista mi è simpatica, perché non è del tutto male, e altri perché, ma l'idea di dover superare altre duecentoquaranta pagine così non mi alletta. Ci sono tanti altri libri che meritano il mio tempo, questo sinceramente ora no.
This is a love it or hate it book. Because of the significant social issues contained in this story, such as the mistreatment of animals, corporate misdeeds, and guerilla marketing, this will appeal more to socially conscious individuals and those whose principles stand in opposition to the current CEO-type establishment. But, even then, counterculture types may still not like it if they don't want to see these issues advanced in a novel. That said, I applaud Scarlett Thomas for weaving these controversies in without sermonizing and laying on dull exposition. Thomas is clearly brainy and imaginative. She is subversive without being cynical, intellectual without condescending.Two storylines alternate throughout the novel, and eventually merge into a complex whole. As a child, Alice Butler was raised primarily by her grandparents, as her mother died when she was very young and her father took off to find a buried treasure. Alice's grandfather is a formidable cryptanalyst, cracking codes and ciphers and teaching Alice the essentials of prime numbers, poly-alphabetic ciphers, Vigenere enciphering, and other forms of codes and ciphers. The reader is exposed to some fundamental lessons that are thrilling and mind-boggling. The author infuses this in the story so naturally that it feels organically part of the storyline.Alice's grandmother has been working on the Riemann Hypothesis for many years but has not solved it. Alice's upbringing has made her hyperaware of the layers of complexity that exist in her surroundings, and she is a lover of paradoxes. She is often alienated from her peers, and develops a tough shell due to the immaturity and abuse she endures from her classmates (as well as some teachers). I have never read a book that illuminates adolescent behaviors so well--such as taunting, striving for popularity, the desire to fit in. Not even Margaret Atwood, known for her stark portrayals of teenage predatory behaviors, has illustrated the harrowing anxieties, shame and adversity so baldly and authentically.As an adult, Alice works for the corporate toy company, PopCo, the third largest toy company in the world. The story opens as Alice is on her way to a "thought camp" retreat. Her job is coming up with marketing strategies aimed at teenage girls. Her team is designated to design a new product, with specific potential to become a craze. Essentially, create a desire where none exists and persuade teenage girls that they have to have it. The ideation seminars at the thought camp instruct PopCo employees to create identity manias, a veritable fever that infects girls and coaxes them to covet a trend and crave a product.In lesser hands, this could easily become an elongated slogan or a sententious rant. However, Thomas is a gifted writer with a blazing, generous spirit. She is out-of the box and brimming with provocative, piercing ideas that are fleshed out and powerful. This imaginative novel is unclassifiable and yet compelling. The author has a keen sense of adventure, keeping the reader in suspense. Alice's narrative voice has a vital, dynamic sensibility that is suffused with compassion and wisdom beyond her years. The prose is eloquent and her characters fully developed. Thomas is an enormous, brilliant think tank of a writer.
What do You think about PopCo (2015)?
Wow! Ok, sì, non è un capolavoro di alta letteratura, e sicuramente le 5 stelle sono più emotive che oggettive, però c'è da dire che mi ha tenuto incollata dall'inizio alla fine (con un breve momento di allentamento verso la metà, ma che si riprende col finale), contiene praticamente tutte (no beh...quasi, và) le cose che più mi piacciono: c'è matematica, ci sono paradossi, numeri, giochi di pensiero laterale e logica, strategie di marketing e giochi psicologici sul gruppo e affini...insomma, è stato un fuoco d'artificio per la mia mente! Poi ok, c'è tutta la parte su omeopatia, veganesimo, etica, consumo equo ecc...diciamo che lì su alcune cose sono d'accordo, su altre lo sono più nella teoria che nella pratica, su altre non mi trovo, ma in ogni caso non mi hanno infastidito all'interno della storia. Se proprio devo trovare un difetto, per quanto io adori la Newton & Compton, devo dire che questo testo era zeppo di refusi...inoltre mi chiedo il perché di copertine che fanno pensare a libri per ragazzi, quando in realtà non è che proprio proprio sia la lettura più adatta a una dodicenne, ecco. Ma a parte questo è stato amore!
—Lupurk
Well I didn't finish it, but I got through 60%, so I will count it as read. So there.A strange thing. I like this bit on pp 243-244:'What do you do when you're not, well, doing PopCo?''Ah you want to know my hobbies,' I say. ... 'I like crosswords,' I offer.'What's in your DVD collection?''DVD collection?' 'You can tell a lot about someone from their DVD collection. It used to be books, of course. And maybe videos. You'd go round someone's house and decide whether to have sex with them on the basis of what they had on their shelves, wouldn't you? Not that I'm deciding whether or not to have sex with you, you understand. Although if you weren't already taken...''I don't have a DVD collection anyway,' I say quickly. [Alice does not even have a TV.]'Videos?''Nope.''CDs?''Yeah, I've got a few CDs. But not on shelves. Nobody would look at them and decide to have sex with me. Or not.''Dan said you'd be like this. ... He said you were hard to get to know.'I frown. 'I'm not "hard to get to know".''But you won't tell me anything about yourself!''I won't tell you what I own,' I say. 'Which is different.'...Is this how it works now? Do we just let film-makers create identities for us that we can buy for ₤12.99? Is that what identity costs? Or is it how you put the units together that counts? Does a zombie film plus an experimental Parisian inner-city heist film make you a different person than two Hollywood romantic comedies do? The rant goes on a while longer, too long, like most everything in this book. A lot of very good elements, but I'm not sure I'm going to finish it, but I will carry on a while longer.
—Hayes
You know jackie, if I were to know you better... id make a lame joke about "brainy girls who like puzzles" something about there being not such thing... but then I'm sure you or bunny will come out of no where with a retort involving Lamarr and then ill feel retarded! So I won't make a joke about there not being "brainy girls who like puzzles and codes"
—Jackie "the Librarian"