What do You think about The End Of Mr. Y (2008)?
Undoubtedly exciting and brimming with ideas about identity and philosophy, the novel is a little slow to start but then takes off into Matrix territory as Ariel Manto is pursued by sinister agents trying to stop her using the knowledge she has discovered by finding a cursed bookUltimately it did leave me a little cold and addmittedly a lot of the specualtion went over my head. But it's that rare thing, a book full of ideas that also keeps you gripped as a thriller. It's light years better than the Da Vinci Code with a very clever title too.
—Doogyjim
I really, really loved roughly the first two-thirds of this book, and it might have been a five-star read had the final portion (and the ending in particular) not turned out to be such a disappointment. I've never been a huge fan of fiction that strays too far into fantasy (I never finished reading The Amber Spyglass for this reason) and I felt The End of Mr Y became so detached from any recognisable world that I stopped caring what happened. The further Ariel ventured into the Troposphere, the more ridiculous the story became - the last few chapters almost felt as though Scarlett Thomas was bored of writing the novel and couldn't wait to get it finished. It's a shame since overall the book is so accomplished - highly intellectual but equally accessible, probably my favourite type of writing. I'd still recommend it to everyone, but I just wish the conclusion of the book could have been, like its beginning, firmly grounded in reality.
—Blair
Libro cervellone per aspiranti cervelloni senza una vera attrattiva.É importante inserirsi bene nei libri: è come alloggiare in un albergo di qualità infima che ti fa rimpiangere il tuo bel lettuccio a casa o, al contrario, alloggiare in un albergo a quattro o cinque stelle che ti fa dire "ma se potessi, mi prolungherei la vacanza". Questo libro è un alberghetto in periferia a due stelle. Ha un'insegna sgargiante - Che fine ha fatto Mr Y, bel titolo, e 'mazza che figa la copertina, e oh, la trama intrippa pure - ma meglio fuori che dentro.Dentro c'è un'atmosfera a tratti squallida, m'immagino i cessi lerci e il materasso che fra gnec quando ci sali sopra o ti giri da un lato all'altro, la luce è debole e il personale non è un personale con cui chiacchiereresti volentieri a colazione dopo il risveglio e, in questo caso, un bel mal di schiena. Il personale esibisce una volgarità gratuita che non sembra essere dettata da nessuna necessità, visto il tipo d'albergo, e riveste la propria sede di un'artificialità tutta cervellotica e intellettualoide che non si conquista il lettore, anzi, lo rende distaccato. A tratti sembra quasi irreale: questa continua presenza della discussione intelligente su tematiche assolutamente contorte come il principio di indeterminazione o il gatto di Schrodinger, e in qualunque occasione, eh: appena si instaura qualsiasi tipo di conversazione il tema verte sempre sullo stesso settore, sarebbe anomalo che prendessero e dicessero "we, come stai? e il gatto? e tua madre?", no, loro partono in quinta dicendo "ehi, il pensiero è materia e la materia è pensiero?". Il mondo costruito in questo libro fa presupporre che sarebbe addirittura normale che, a fermare un passante qualsiasi, lui ti sciorini tutto ciò che pensa della teoria della relatività. Certo, c'è modo e modo di avvicinare il lettore ignorante alla scienza, alla fisica, ma non è il modo della nostra dirigente "alberghiera" Scarlett Thomas, che vedo che non si è poi tanto accattivata il pubblico italiano con questa uscita.Non si può dire che la sua sia una trama che non regga, per quanto in certi punti la nostra capa al personale, Ariel Manto, abbia delle uscite assurde che non sono normalmente concepibili in ciò che lei dovrebbe essere come persona.(vedete, questo libro mi fa diventare ancora più contorta di quanto non lo sia già)Ma, ecco, si tratta di saperla porre nel modo giusto, si tratta di saper arredare le proprie basi e di saper dare una buona luce alle stanze e dei letti meno gnec-gnec, si tratta di costruire un personale se non simpatico, almeno interessante, affascinante, con un perché. C'è qualcosa che non convince in tutta la storia, una calamita che funziona male e si riprende solo a colpetti - il cui effetto è talmente breve, che è meglio risparmiarsi anche le forze -, questo squallore di personaggi che sono tutto meno che simpatici, e naturalmente le dinamiche finali fra loro sono quanto di più affrettato possa permettersi una scrittrice che si salva proprio a un passo dal limite che confina la sua definizione.(madonna, liberatemi dalle elucubrazioni mentali di Ariel Manto, è tutta colpa sua)Non è un trama che scatta in tutta la sua potenzialità, ci sono degli elementi che frenano di continuo dall'allacciare un vero legame, la giusta scintilla, tant'è vero che nelle ultime decine di pagine sembra quasi di tirare avanti per l'ultima mezz'ora di una conferenza che comincia a pesare sull'attenzione dei propri ascoltatori. Sembra quasi una trama da videogioco di serie più b che a, appesantita da continui interventi con il difetto della mazzata del professore che vaga per i banchi col libro in mano alle otto del mattino decantando leggi su leggi. Che fine ha fatto Mr Y? non farà una buona figura sulla mia personalissima guida Michelin, se siete nei paraggi..cambiate albergo!
—Anastasia