L'ultimo caso nel mondo dell'arte per Jonathan Argyll e Flavia Di StefanoFlavia Di Stefano e Jonathan Argyll sono sposati da quattro settimane. Jonathan è un ex mercante d’arte inglese, un po’ pasticcione, con una spiccata tendenza a mettersi nei guai: quando un quadro viene rubato o viene commesso un delitto nel mondo dell’arte, è sempre il primo ad essere sospettato. Adesso è docente di Arte Barocca in un istituto per studenti stranieri a Roma, e si affanna alla ricerca di argomenti per le pubblicazioni accademiche che l’istituto per cui lavora gli ha richiesto. Flavia è da poco diventata il capo del Nucleo investigativo per la tutela del patrimonio artistico (un corpo di polizia inesistente, inventato ad hoc da Pears) ad interim. Il suo ex-capo, il Generale Taddeo Bottardi, infatti, sta per andare in pensione; nel frattempo egli sbriga del lavoro burocratico in un efficientissimo ufficio dell’Eur. Per celebrare il semestre di Presidenza Italiana al Consiglio dell’Unione Europea, che inizierà di lì a breve, si è allestita una mostra su tutti gli aspetti dell’arte Europea. Ma uno dei quadri, un quadro che era stato inviato dal Louvre solo dopo che governo italiano era intervenuto ufficialmente per garantirne la sicurezza, viene rubato. Si tratta del Paesaggio con Cefalo e Procri di Claude Lorrain.Non era certo un Raffaello, però quel dipinto aveva un passato turbolento. La fama di essere uno dei quadri più rubati al mondo gli conferiva un’importanza che andava ben oltre la qualità dell’opera.Flavia viene convocata dal Presidente del Consiglio Antonio Sabauda e dal Dottor Guglielmo Macchioli, direttore del Museo Nazionale, che si occupa di allestire la mostra, per cercare di recuperare il quadro senza suscitare lo scalpore dei media. Il presidente dl Consiglio fa capire a Flavia che, sebbene per lo Stato Italiano sia un reato pagare un riscatto, ci sarebbe un privato cittadino disposto a fornire qualsiasi cifra, pur di tenere l’intero affare sotto completo silenzio. La giovane sa di trovarsi in una situazione senza sbocchi. Qualunque cosa accada si troverà in una posizione molto scomoda: nel caso il dipinto non venga recuperato la colpa ricadrebbe in un modo o nell’altro su di lei, nel caso invece lo sia, si ritroverebbe a conoscenza di un segreto pericoloso che riguarda il presidente del Consiglio. In entrambi i casi dunque rischia il licenziamento.Nel frattempo Jonathan ha deciso che la sua prossima pubblicazione riguarderà la ricostruzione della storia di un dipinto raffigurante l’Immacolata Concezione che il generale Bottardi tiene appeso sul caminetto di casa.Eppure Bottardi, benché avesse speso metà della sua lunga carriera nel tentar di recuperare le opere d’arte rubate, non gli era mai sembrato il tipo desideroso di averne una tutta per sé. Ma quel quadretto era delizioso: dipinto a olio su un supporto di legno di circa venti centimetri per trenta, un po’ rovinato dal tempo, raffigurava la Vergine con un angioletto che volava sopra di lei. Insolito e poco ortodosso. Una Vergine diversa dalle altre, in poche parole. Era di una bellezza rara; inoltre il pittore aveva dipinto due personaggi inginocchiati di fronte a lei, assorti in preghiera. Era un bel quadro, in condizioni decenti, adatto a stare su un caminetto. Benché qua e là fosse riconoscibile l’opera di un restauratore, gli interventi sembravano essere stati pochi e leggeri. Secondo Argyll, risaliva circa al 1480 ed era attribuibile a un artista dell’Italia centrale, anche se non aveva potuto essere più preciso, dal momento che l’opera apparteneva a un periodo di cui lui non era esperto.Oltre ad aver trovato un argomento per la sua relazione, Jonathan vorrebbe donare a Bottardi la ricostruzione della storia di quel dipinto, come presente per il suo pensionamento. Una volta che il riscatto viene pagato ed il quadro del Lorenese viene recuperato, però, Flavia non abbandona le indagini: ormai ha deciso di scoprire la vera motivazione del furto, che ha messo la sua carriera in crisi e che l’ha portata indietro agli anni di piombo, fra terroristi e intrighi politici. Ed il furto di quel particolare quadro, con Cefalo e Procri, la cui storia è narrata nelle Metamorfosi di Ovidio, potrebbe avere una motivazione più significativa di quanto non credesse inizialmente. Argyll cercherà di ricostruire la storia del quadro dell'Immacolata Concezione, invece, con innumerevoli puntatine in Toscana, a Villa Buonaterra, un tempo tenuta di Robert Stonehouse, la cui collezione d’arte, di cui il quadretto del Bottardi un tempo faceva parte, è stata smembrata. Jonathan nelle sue indagini scoprirà la rivalità fra i vari collezionisti d’arte, ed una bizzarra storia di furti e ritrovamenti del quadretto in questione, in cui risultano coinvolti una giovane Mary Verney, una tristemente nota ed ormai anziana ladra di opere d’arte, e lo stesso Taddeo Bottardi.Questo libro è il settimo e conclusivo caso del ciclo di Jonathan Argyll, scritto cinque anni dopo i primi sei romanzi, che invece si sono susseguiti con cadenza annuale. Forse è proprio per il lasso di tempo trascorso fra quest’ultimo libro ed i precedenti, o forse è per la riluttanza di Pears a chiudere questo ciclo, che questa storia perde un po’ del mordente dei primi casi, Il Caso Raffaello o Il Comitato Tiziano, per intenderci. Le due indagini parallele su due quadri così diversi, che hanno l’unico punto di contatto nel legame che c’è fra Flavia e Jonathan (comprendendo anche il Generale Bottardi e Mary Verney) danno sì, ritmo alla storia, ma nello stesso tempo sminuiscono l’importanza delle due ricerche. Il caso seguito da Flavia, quello nelle alte sfere politiche italiane, poi, è intriso di luoghi comuni sull’Italia ed i suoi cittadini che, se possono funzionare bene per il lettore anglosassone medio, al lettore italiano sembrano farseschi ed inverosimili. Certamente ci rivelano come uno straniero possa vedere il nostro paese, la sua storia più recente e la sua politica da un’ottica esterna, ma l’esagerazione sui difetti degli italiani, sulla loro indolenza, sul pressappochismo, sull’incompetenza potrebbero infastidire chi si sente molto lontano dal modello disegnato da Pears. Tuttavia quando lo scrittore inglese ritorna sul suo campo, quello dell'arte, quando descrive le rivalità e gli atteggiamenti degli storici dell’arte verso i collezionisti e viceversa, ritroviamo la vena ironica che ci aveva fatto amare lui ed i suoi personaggi della serie, e le teorie di Jonathan Argyll sul collezionismo ed il furto d’arte sono espressione della filosofia dello stesso Pears.Il collezionismo poteva essere visto come la prima manifestazione d’arte, effimera, fluttuante ed evanescente. Esisteva solo per qualche breve istante e subito svaniva, spazzata via dai venti del cambiamento indotti da sistemi economici corrosivi. E il furto? In tale ottica, anch’esso poteva essere interpretato come un atto estetico, parte del ciclo continuo dello scomporsi e ricomporsi di raccolte di quadri. Santo cielo, pensò, potrei farne il mio argomento per la relazione che devo scrivere.Tutto sommato una lettura molto gradevole: dal punto di vista strettamente giallo della storia, è un libro molto ben costruito, perché è imprevedibile fino all’ultima pagina. Resta però l’amaro in bocca del doversi congedare da Jonathan e Flavia con un romanzo che non fa onore alla bellissima storia costruita attraverso le precedenti indagini.Per leggere l'articolo completo, visitate questo LINK:http://greenyellowale.blogspot.it/201...
This is the only realpolitik cozy series that has ever sat on my shelves. I'm full of admiration for the tricks Iain Pears pulled out of that clever head of his, but I'm left with a feeling of bereavement. Apparently, Pears never wrote another Flavia and Jonathan mystery after writing this (apparently) last book in the series. The ending certainly winds up every string.Flavia, as head of the Italian Art Theft Squad, finds herself trapped between two powerful politicians playing a deadly game with leftist terrorists, who have revived a personal agenda created decades ago during a police action which caused the death of a kidnap victim, the wife of one of the politicians. There are suspicions one of the leftists had talked to the police so many years ago leading to the tragedy. Now, one of the former anti-government rebels has apparently stolen a famous painting and is demanding a ransom to return it or he will shame the Italian government in revealing its theft (it is a borrowed foreign painting for a nationalistic, but prestigious exhibition). Flavia is told to get it back without breaking the law on paying ransoms, yet not allow a word of what is happening get out to the press. As she discovers there is more to this story than she has been told, her own life appears to be soon forfeit to someone with the power of the entire Italian government.Meanwhile, as a gift to the retiring General Taddeo Bottando, Flavia's old boss, Jonathan is tracking down the proper papers and proofs for a painting he saw on the General's wall, meant as an affectionate gesture. Instead, his research leads him to a notorious art thief and a pair of famous art experts intent on destroying the other by whatever means they can get away with. The evidence also describes a crime that Bottando might have abetted many years ago while starting his police career, involving this same painting on his wall. Is Bottando, who both Flavia and Jonathan believed the only honest friend they could trust, a crook?Things look very bleak for both Flavia and Jonathan. This might be the first cozy mystery series which finishes with a noir ending.I AM sad......in any case, it's all over.
What do You think about The Immaculate Deception (2000)?
I've read the first in this series and now, apparently, the last, so I really should read the others. But that's what comes of reading what is on one's shelves!Enjoyable, quite Italian in it's development and eventual coming together, this is a mystery for art lovers and mystery lovers, lovers of the chase who don't mind if that chase becomes a bit crazy though not in any hare-brained sense. As in the rest of the series, the main characters are Flavia diStefano, now temporary head of the art theft squad, and new husband, Jonathan Argyll, art historian. So theft is in the air immediately but the nature of the theft is what keeps the pages turning. The nature of art is what keeps many of the characters moving.People often make the mistake of thinking that art dealing is all about art. It isn't; it is all about information, and the person who knows what a picture is generally is in a stronger position than the one who merely owns it. (p 102)Heartily recommended for the story, the quality of the writing, and flashes of humor throughout.
—Sue
This appears to be the last book in the series of Argyll and Flavia, much to my sorrow. I loved this book, with the characters developed more fully and their lives having progressed several years and changes, as well as the plot of this book and the political scandals. There are big changes coming in their lives at the end of the book. Now I can only go back and read the earlier books in this series which I have not read. It would be lovely if Iain Pears could write about this couple and again, with further adventures and mysteries to solve.
—Vontel
The Argyl series characters are likable and often as realistic as the genre can take, so this one is a success. I was less convinced by Bottando and the explanation of his being so secretive in the book, but it was at least a believable reason (is this a 'spoiler'?), but Argyll and Flavia are as fun as ever. A fun bit of Flavia's logic: "What you need in such circumstances is someone who thoroughly disliked the man you are investigating. Faced with questions from the police about people you like, there is a natural tendency to be vague, even among the wealthy of Rome, a group that perhaps has less sense of fellowship with the rest of mankind than any other on the planet...Neighborly tension, on the other hand, is a great loosener of tongues."
—Joje