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Read Don't Call It Night (1997)

Don't Call It Night (1997)

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3.56 of 5 Votes: 4
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ISBN
0156005573 (ISBN13: 9780156005579)
Language
English
Publisher
mariner books

Don't Call It Night (1997) - Plot & Excerpts

"Il nostro vero guaio è che non ci lasciamo entusiasmare da niente. Questa è la vera tragedia. Chi non si attizza più per nulla si raffredda e così si comincia a morire. Bisogna cominciare a desiderare.Trattenere forte, con tutte e due le mani perché la vita non scappi, spero capiate quel che intendo dire. Altrimenti è tutto perduto."Singolare che questa dichiarazione venga dall'unico personaggio farfallone e superficiale del romanzo, come a significare che i "saggi" non la pensano così.. in tutto il libro è un susseguirsi di messaggi antitetici: dalla poesia più volte citata "E dove dovremmo rifulgere, e a chi serve il nostro fulgore?" alla canzone il cui titolo è significativamente "E il sole continua a splendere" fino alla riflessione dal tono dimesso di Theo: "Assai di rado veniva una paura: non proprio paura, un vago timore che l'assenza di sofferenza significasse perdere qualcosa di irreparabile.... sarà una contrazione dell'energia vitale? sterilità? atrofia?esilio? Sotto queste domande annotò dopo qualche ora una risposta: quand'anche supponessimo che fosse atrofia ecc. ecc., perché no? che c'è di male?"il tema del libro è questo, bandire le passioni, lasciarsi pervadere dal deserto, vero protagonista, mirabilmente descritto in questa città fantasma con personaggi che vivono fisicamente ovattati, fingendo di lasciarsi coinvolgere da progetti ambiziosi pur sapendo che finirà in un vortice di polvere che tutto ammanta

One evening he said: poetry is a kind of spark trapped in a piece of glass because words are pieces of glass. And the other shrieks back at her, you tampon, you, don't you dare call me filthy.I recalled him during one of our first trips in Venezuela, in a jeep, on a dirt track running along a winding mist-filled valley, as he suddenly exclaimed that even if what was happening to us turned out to be love, he hoped we could go on being friends. And where are we meant to be shining and by whom is our shining required?But all she could imagine was at most a feeling of cold and silence in darkness, sensations, and sensations are life, after all. So this too has vanished, Plunging to its own seabed. The old woman remarked sadly: Love. They don't eat. They don't drink. Phoo--and the brains go out. And very often they're not even friends, they don't even know each other, they just get hooked on each other, and the rest of the world can go jump. At the ultimate limit of hearing the blind man listens to the rustling of the night because he feels that behind the layer of silence and beneath the grating of the cricket the howls of the dead a stirring, faint and heartrending, like mist moving through mist.

What do You think about Don't Call It Night (1997)?

Crepuscolare. Non capisco se mi è piaciuto o no, la storia mi piaceva, mi piaceva l'ambientazione in mezzo al nulla del Negev. Mi sono piaciuti i personaggi, l'atmosfera creata nella storia, le digressioni africane e sudamericane. Eppure... Non lo so, sarà lo stile della narrazione che non mi ha convinto, boh? E' molto lento, d'altra parte rende bene di come dev'essere la vita in un villaggio del Negev. Non so... Diciamo che non lo regalerò a qualcuno che parli italiano qui come faccio di solito, perché non sono convinta che sia un bel libro. Mah. Forse è un libro che va letto in un altro momento della vita. Ci ritenterò tra 15 anni, se mi ricordo :)
—Natalia Pì

Opino que es un libro bonito, hay pequeños fragmentos muy delicados y bellos que lograron cautivarme. La narrativa de Amos Oz, o por lo menos de este libro, me recuerda un poco a Idilio (Benedetti); una pareja madura, enfrascada en la rutina y propensa a frecuentes discusiones. Tiene su toque real y ligeramente romántico. Y sin duda mi parte favorita fue el capítulo donde Teo cuenta cómo conoció a Noa. Dos personajes, a mi manera de ver, compenetrados y heridos. Me agradaron especialmente las descripciones sobre el desierto y la vida en él, porque es parecido al pueblo de Casas Muertas; es un lugar surgido entre el sueño y la fantasía, amenazado con ser engullido por el desierto hasts que no queden rastros. Posiblemente (y hablo sin saber) no sea la mejor novela de estr autor.
—Fabiola

Libro letto per il mio gruppo di lettura. Mia prima volta con Amos Oz.Questa è la storia di Noa e Theo, 45 e 60 anni, che vivono nel deserto in un paesino di 9000 abitanti.Si piacciono e si vogliono bene. Da quando però Noa inizia a dedicarsi alla costruzione di un centro di accoglienza per tossicodipendenti la loro storia inizia a complicarsi un po’.Più che la storia in sé mi sono piaciuti i racconti paralleli o i flashback nella vita di Noa e Theo, a quando si sono conosciuti. Pure i personaggi secondari non scherzano: Chuma, la zia vegetariana tolstojana, Amalia la bibliotecaria, il turista irlandese in cerca della sua Daphne, il padre di Noa in sedia a rotelle che fa collezione di cartoline di luoghi dove non è mai stato e spia i vicini col telescopio dal tetto di casa. Mi è sembrato un libro più complesso di quello che sembra. La narrazione è un po’ lenta, al limite del noioso in qualche punto. In generale ho fatto fatica a leggere più di 30 pagine per volta. Da rileggere, almeno in alcune parti.Da antologia le 4-5 pagine che racchiudono la storia dello scimpanzé allevato dalla famiglia di Avraham Orvieto. Libro che, per me, si apprezza più alla fine che durante la lettura. Tre stelle abbondanti. [71/100]
—Marcello S

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