Every day is like Sunday Sarà capitato anche a voi di guardare in una tazzina di caffè e vedere "la superficie oleosa percorsa da un vibratile luccicore".A me, no, mai, sarà che lo prendo macchiato.Questo fatterello (accaduto a pag. 8) ha incrinato i miei rapporti con questo libro, la cui lettura si è fatta sempre più irrilevante man mano che procedevo, sinchè verso pagina 150 la lettura si è fatta impercettibilmente diagonale (TM registered by Flaminia). La scrittura non mi piace, è troppo leziosa, troppi aggettivi (me lo vedo Coe che parla col suo editor, Joe lo sai che hai un problema con gli aggettivi, vero? Ma no, lo faccio ogni tanto, per tenermi su, smetto quando voglio). E poi quei trucchetti, mettere inizio e fine di ogni "fase" in cui il racconto è diviso a cavallo di una f(r)ase. Ok, 100 anni fa sarebbe stato avanguardista, ma ormai (non mi si dica che simboleggia la continuità tra una fase e l'altra del sonno, che la vita è sogno e che i sogni aiutano a vivere meglio: io i sogni non me li ricordo).La storia è artatamente ingarbugliata, zeppa di sottotrame poco funzionali, gratuite, tenute insieme da un groviglio di coincidenze implausibili e dettagli meno che improbabili (la questione del fotogramma del film scomparso vince a mani basse la speciale classifica di categoria).Il tono della narrazione è squilibrato, tra parti serie, quasi drammatiche, e pezzi di autentica farsa che non legano tra loro (e fanno ridere pochino). I pezzi "satirici" sono poderosi colpi sparati col fucilino a tappi (la tirata sul cinema americano, per favore... ma forse era la parodia di come si fa una parodia, e via metaparodiando. Pronto? Casa Tarantino? Le interessa un soggetto? Certo che ci possiamo mettere musica anni 70 e più sangue, maestro, ci mancherebbe. La Fenech? Si è ritirata, maestro.Eh, non lo dica a me, che peccato vero?).A questo punto, l'uomo della strada vorrebbe almeno un personaggio per cui tifare.Ecco, il guaio, il guaio vero sono i personaggi.E' impossibile interessarsi alle loro faccende, perchè sono figurine, vanno di qui e di là senza ragione, vanno esattamente dove serve che vadano per preparare il colpo di scena, scompaiono e ritornano dopo anni. Perchè? Perchè sì, fidatevi.Da questo punto di vista, mi è tornato in mente Il Minotauro di Tammuz, un libro per certi versi simile nella struttura, ma sorretto da ben altra profondità di pensiero (e perdìo, se vuoi manovrare il destino, devi avere un'idea di come farlo, altrimenti sei solo un altro iscritto al circolo degli amici del deus ex machina).Insomma, mi han fatto l'effetto di figurette di cartavelina, senza anima, senza cuore, un po' come questo romanzo tutto forma(lismi). La verità è che a me, di questi morti di sonno, non me ne è mai fregato niente.Ci ho trovato un'unica idea veramente forte (non si può svelare sennò addio romanzo) che vale la seconda stellina e si presenta durante un'improbabile giornata al mare su una spiaggia della Manica.Ma non una giornata al mare italiana, di cui ti puoi ricordare durante l'autunno di pianura (con solo un geranio e un balcone). Nemmeno un seaside rendez-vous da fischiettare sul motivetto bizarre-cabaret del compianto Freddy.Il colmo per questo romanzo "cool Britannia" è che a me fa venire in mente quella canzone degli Smiths, il manifesto ideologico-suicida del weekend nel Sussex con il morto.Hide on the promenade \ Etch a postcard : "how I dearly wish I was not here" \ Everyday is like Sunday \ Everyday is silent and gray.(nota: mi riferiscono che in inglese la tazzina "was shimmering perceptibly": different words, same story...) SPOILER MUSICALE PS: il colpo di scena, a ben vedere, Coe lo ha proprio copiato da Freddy Mercury...Seaside - whenever you stroll along with meI'm merely contemplating what you feel insideMeanwhile I ask you to be my clementineYou say you will if you could but you can'tI love you madlyLet my imagination run away with you gladlyA brand new angle - highly commendableSeaside rendezvous
Me parece que dos son los pilares que cimentan esta obra: el estrecho vínculo que existe con el pasado y las diferentes oposiciones que abundan en la vida, ya sea feminismo vs. machismo, cine de autor vs. cine comercial, emocionalidad vs raciocinio, etc... esto sin duda viene remarcado por la singular distribución de los capítulos: los impares para los años 80 y los pares para los 90, que son el tiempo presente en el que discurre la novela y en algunos capítulos las frases se interrumpen y se terminan en el siguiente sin que la acción tenga continuidad o relación. Magníficos mimbres que además se ven arropados por una estructura bien pensada. El problema, encuentro yo, es la ejecución.Y es que en la escritura de Coe percibo una cutrez redomada. Le gustan mucho los adverbios, los adjetivos, las expresiones tópicas, se presiente (en una traducción esto nunca se puede afirmar de forma terminante) una utilización del lenguaje algo arbitraria y afectada, sus personajes hacen cosas "sin saber cómo", abusa mucho de las casualidades milagrosas para llevar la narración a dónde él desea, los malos son despreciables a más no poder y los buenos son estupendísimos y en general tampoco creo que resulte demasiado coherente. Por ejemplo, si un personaje declara a otro que pasó los días más maravillosos de su vida junto a ese personaje, cuando más tarde "describe" esos días felices, resulta que es un convencional día de playa; si otro personaje se enamora de manera atribulada, no se logra hacer notar el porqué, qué cualidades puede encontrar en Sarah, epicentro indiscutble de la narración, y porqué en una sola conversación trascendetal consigue hacer que la vida de otra persona pivote entorno a ella. Coe si que conoce esos motivos, él está enamorado perdidamente de su propia creación, pero descuida edificar ese sentimiento y luego resulta imposible creerse semejantes emociones respecto a un personaje que antes parece una petarda medio retrasada que no otra cosa. Y bueno en conjunto lo encuentro afectado y cursi, exagera demasiado el romanticismo y sus personajes, que su principal obsesión, o no son interesantes en absoluto o son unos lerdos de pata negra. Tanta conmiseración respecto a semejantes panolis terminó por tirar por los suelos mi paciencia, la verdad.Parece que, en definitiva, es bastante importante compartir las circunstancias de sus personajes (intereses culturales o la situación emocional) para que lo que se explica tenga fuerza ya que, más allá del name-dropping, no se dan detalles consistentes que apuntalen su verosimilitud. En las dos novelas que he leído de Coe encuentro planteamientos muy atractivos, un trasfondo cultural (de cine y música) interesante y además tiene algunos fogonazos de simpatía (cómo la crítica cuyos pies de página están desastrosamente equivocados), pero no consigo leer a este escritor sin notar grandes oleadas de cinismo (Coe hubiera escrito pasmosas marejadas de cinismo) o que los ojos no se me pongan en blanco en bastantes momentos. No es para mí. Tenía en mente leerme otras dos o tres novelas suyas pero veo claro que su prosa pueril no es para mí.
What do You think about The House Of Sleep (1999)?
Ho trovato questo libro estremamente irritante; le motivazioni sono le stesse che, invece, la stragrande maggioranza dei lettori (almeno sulla base delle recensioni che ho letto su GR) elenca per definire La casa del sonno un capolavoro. L’occasione mi fa riflettere ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, su quanto sia soggettiva l’interpretazione dei medesimi “fatti”.L’intreccio, in cui nulla è casuale, mi è sembrato forzato e non sono riuscita a immedesimarmi nella vicenda. Tutti i personaggi sono legati tra loro, anche quello che sembra essere un semplice passante in realtà gioca un ruolo fondamentale. Ogni cosa che accade, ogni frase detta avrà il suo peso nel corso degli anni. Sicuramente questa capacità di non lasciare nulla in sospeso ma di collegare tutto è parte dell’innegabile abilità di Coe, ma in questo romanzo è portata alle estreme conseguenze. In certi passaggi ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a una di quelle soap opera in cui anche i personaggi morti (apparentemente) da anni in realtà non lo sono per nulla (perché erano naufragati in lontane isole deserte o in coma da anni) e poi resuscitano tornando a pretendere il loro spazio. I personaggi sono abbozzati, in alcuni casi ridotti a caricature. Le vicende, articolate su due piani temporali (metà anni ’80 e metà anni ’90), sono descritte con dovizia di particolari ma poco o nulla sappiamo dei personaggi prima del periodo considerato dall'autore. (view spoiler)[ Gregory, in particolare, è presentato come una persona disturbata sin dalla sua prima apparizione ma Coe non si sofferma a raccontare le vicende del suo passato che aiuterebbero il lettore a capire il suo comportamento. (hide spoiler)]
—Patrizia O
Perché ho letto questo libro e perché ne sono entusiastaNon conoscevo Jonathan Coe se non di nome. Avevo visto sulle librerie di alcune mie vicine di Anobii i suoi libri ed i commenti entusiastici. Poi, la settimana scorsa, camminando per il centro della mia città ho visto che JC vi sarebbe venuto il giovedì successivo per presentare il suo nuovo romanzo. E mi è venuta la curiosità di leggerlo.Recuperata una copia de "La Casa Del Sonno", l'ho cominciato la mattina seguente. Mi è subito sembrato che Coe fosse originale nella disposizione temporale dei capitoli, senza dare adito a confusioni di sorta. Il libro scorreva piacevolmente, ma nell'ultima parte, quando tutti i tasselli narrativi si rimettevano a posto, mi ha emozionata profondamente, fino ad arrivare all'Appendice, con la poesia di Robert, la lettera della madre di Terry al Dottor Cole e soprattutto la trascrizione delle parole pronunciate da Ruby nel sonno, che mi hanno davvero commossa. Ed ho pensato che Coe fosse un genio.E sono contenta di aver scelto questo libro per prepararmi all'incontro con Jonathan Coe, perché lui, ha parlato anche di questo, di come prenda la realtà e poi ne monti le sue parti secondo un ordine tutto suo; e secondo me "La Casa del Sonno" può essere considerato un esempio chiaro del suo modo di scrivere e di comporre un libro. L'incontro è stato molto interessante e sono soddisfatta del livello del mio Inglese, visto che ho capito il 98% di quello che JC ha detto, al contrario della traduttrice, che ogni tanto dava la sua interpretazione personale... O_O (Beh, dopo tutto si dice interprete).E poi, sapendo che doveva tradurre gli interventi di Jonathan Coe, non poteva minimo minimo studiare un po'? Quella non riconosceva neanche i titoli dei libri quando venivano citati (e dire che Coe quando citava uno dei suoi romanzi lo faceva con il titolo Italiano, perchè lui sì che aveva studiato!). Per non parlare del fatto che Coe, parlando di scrittori inglesi che hanno ambientato romanzi in Italia ha citato Forster e la tizia non se ne è neanche accorta, 'trascurando' completamente di tradurre la frase! [ Durante l'incontro ci siamo dovuti fermare per un po' perché eravamo in pieno centro (JC seduto sulla scalinata di una Chiesa Barocca, noi nella piazzetta sottostante), ed è passata una Processione con tanto di Banda al seguito, così gli è stato chiesto se ne era rimasto affascinato e se avrebbe mai ambientato un libro in Italia, magari del Sud, e Coe ha affermato che molti scrittori inglesi vedono l'Italia solo come un luogo simbolico in cui perdere le inibizioni. Ma per scrivere un libro ambientato in Italia dovrebbe viverci almeno dieci anni, prima di avere il coraggio di scrivere poche righe - e poi ha citato Forster.]Insomma traduttrice/libera interprete a parte (ad un certo punto ha avuto il coraggio di tradurre l'esatto opposto di ciò che Coe aveva detto e lui - forse mi sono lamentata troppo ad alta voce?! - ha gentilmente ripetuto la frase perchè la traducesse nuovamente - per fortuna questa volta in modo corretto), è stato un incontro davvero memorabile.Non dimenticherò mai la faccia che Coe ha fatto quando una ragazza gli ha dato da autografare "Circolo Chiuso" ad una pagina, dove c'era la sua citazione preferita e strasottolineata (il libro era chiaramente consunto per le innumerevoli letture, sottolineature, con segnalibri ad ogni pagina degna di nota). Quando ha visto lo stato del libro lui, prima di apporre l'autografo, curioso, ha controllato di che libro si trattasse, poi ha guardato la ragazza lusingato per cotanto apprezzamento.You asked me why I write. I can only tell you that when I don't write I'm unhappy
—Georgiana 1792
Quando comecei a leitura d'A Casa do Sono, não esperava que o sono estivesse realmente no centro da narrativa. Pensei que fosse mais sobre a casa do que sobre o sono propriamente dito, mas acaba por ser um livro organizado em torno das fases do sono, das perturbações do sono, dos sonhos, etc. É bastante anos 90 (eu já era crescidinha nessa época, lembro-me) no seu interesse pela psicologia e inevitavelmente datado nas suas referências e no quadro de valores. Não é menos interessante por isso. É um livro sem dúvida bem escrito, intrincado, intrigante, com várias linhas temporais e narrativas que se vão entretecendo e levando a história por caminhos por vezes inesperados. Fui surpreendida algumas vezes, arrastada pela história outras tantas, e dei por mim a sorrir perante alguns raciocícionios, uns quantos absurdos, e certas ironias. Achei curioso comparar os ideiais de juventude com o destino que depois cada um teve, e ver como os diferentes fios de vida se enredavam, de forma acidental ou proprositada. Lê-se muito bem e por vezes dei por mim com muito mais páginas lidas do que esperava para o cansaço que tinha. No entanto...opinião completa em:http://monsterblues-cms.blogspot.pt/2...
—Carla Soares