Terrible Privacy Of Maxwell Sim, The (2010) - Plot & Excerpts
Mal du siècleNon si può dare un voto a questo libro a caldo. O almeno io non so dare un voto a questo libro a caldo, tanto più che in generale ho un rapporto difficile con Coe. Questo libro è geniale o banale? Presenta quanto meno dei colpi da maestro o inutili effetti shoc? Non lo so. Prendiamo per esempio la rivelazione dell'ultimo segreto di Max (e non dirò di più circa questo segreto per non spoilerare troppo): è una trovata geniale, che chiude il cerchio del disegno più ampio della sua vita? O è un vuoto colpo di scena a giustificazione del quale al lettore non è stato dato in tutto il corso della vicenda un segnale, un indizio, un lontano presentimento? Non lo so. E prendiamo la considerazione di Coe che i miei 70 "amici" su Facebook in realtà non sono miei amici. C'ero arrivata anch'io. Infatti, FB a me non piace. Ora, dobbiamo tutti ringraziare Coe della sua denuncia nero su bianco della decadenza dei rapporti sociali reali o è solo un paladino dell'evidenza? Non lo so! Ancora: Coe parla di globalizzazione, di standardizzazione, di crisi, di valori quali storia e tradizione dimenticati. Acqua calda. Ma Coe critica o constata? Perchè di soluzioni non mi sembra che ne proponga. Max alla fine del suo viaggio, a parte raccogliere i pezzi di se stesso (che, comunque, è già tanta roba), critica gli spazzolini di plastica, ma applaude al Burger King che lo fa sentire sempre a casa. Viva le contraddizioni! Ma anche qui niente di nuovo. Forse Coe ci dice cose che già sappiamo per spronarci a non abituarci, visto che ci si abitua a tutto, anche al brutto. Non lo so ... Scusate la recensione a metà tra un tema e uno stream of consciousness, ma Coe a me fa questo effetto. Una novela en la que la marginalidad es el tema central. Es más una crítica a la incapacidad de las personas para relacionarse con otras cuando supuestamente —hace mucho enfásis en esto— ahora con el avance de la tecnología(celulares, internet, redes sociales, etc.) es más fácil la comunicación pero precisamente esto es lo que más afecta a las relaciones sociales pues nunca estás con la persona platicando ahí a tu lado, no es algo presencial. Sin duda Jonathan Coe no vaciló en que el protagonista pareciera un auténtico perdedor. Hay varios momentos cómicos, buena parte por el modo en que está narrado el libro. Me recordó mucho al personaje Rajesh Koothrappali(el indú) de The Big Bang Theory, que al igual que este se presenta con la frase en alto de "Estoy completamente solo... pero bueno, mejor me río de mi soledad". En algunos de estos "momentos cómicos" no sabía si reírme sobre este Maxwell Sim tan solitario o compadecerme de su cruel realidad en la que reflexionas y es triste, pues está terriblemente solo sin nadie que en verdad lo quiera, así tal cual.Tiene un final muy particular, que al leerlo no paraba de pensar sobre eso que estaba leyendo. Es muy bueno, inesperado. Y creo que sí influye mucho en la valoración del libro.Claro que volvería a leer algo de Jonathan Coe.Por lo que he visto estos escriotres ingleses(Coe, Barnes, Hornby, los que he leído) son muy observadores de su entorno.
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j. coe is one of my fave authors but i couldn't get intrigued by this one :(
—Carol
Brilliant and funny to start with. Felt really let down with the ending..
—Step28